L'avvio di Apache può essere fatto in due modi: al boot della macchina
oppure tramite il demone inetd ogni volta che ci sia la richiesta di una
connessione HTTP. La seconda possibilità è comunque poco raccomandata,
in quanto è sempre meglio avere il server attivo e pronto a ricevere le
richieste.
Quindi ipotizzeremo qui che Apache sia avviato al boot della macchina e
terminato al suo spegnimento: se parliamo di un server web, capirete che
tra i due momenti passerà molto tempo (visto l'uptime di questi tipi di
macchine), e quindi Apache resterà attivo per tutto il tempo durante il
quale la macchina è accesa e, ovviamente, connessa in rete, locale o
remota che sia.
L'avvio al boot è determinato da un semplice script presente in
/etc/init.d : il nome dello script è, fantasiosamente, apache!
Leggendolo, molti si potebbero spaventare: sapendo scremare tutto quanto
è superfluo ai nostri scopi, possiamo ridurci a considerare solo le
chiamate che ci interessano, senza curarci di cosa effettivamente
avviene per ognuna.
La prima è "start": come apparirà chiaro, con questa chiamata Apache viene
attivato, in modo che si crei il processo padre che sarà seguito dai
processi children per gestire le chiamate. La chiamata start è quella
che viene fatta al boot della macchina e, per accertarcene, sarà
sufficiente controllare che, al boot, appaia una riga simile a:
Starting web server: apache.
Se ciò avviene, possiamo stare sicuri che Apache sia già in ascolto
sulla porta 80 del server ma, se proprio vogliamo essere pignoli,
possiamo controllare tra la lista dei processi se appare (e deve
apparire) anche Apache con i suoi processi children. Per la prova del
nove, se l'avete già configurato anche sommariamente, potete digitare
dal browser l'indirizzo "http://localhost" per controllare che Apache vi
risponda.