Prima di entrare nella parte operativa della nostra guida, introduciamo alcuni termini fondamentali legati all'energia elettrica, in modo da capire bene di cosa stiamo parlando.
Il consumo della maggior parte degli apparati elettrici non è fisso, ma varia a seconda dell'uso che ne stiamo facendo. Ad esempio, un server che sta elaborando pesantemente consuma senz'altro più energia di un server a riposo, anche senza aver attivato nessuna tecnica di risparmio energetico. Tale valore di consumo istantaneo è detto potenza, o talvolta anche assorbimento, e si misura in Watt (W).
La potenza massima indica il massimo consumo possibile di un apparato. Gli alimentatori per i nostri server si scelgono proprio in base a questo valore: un alimentatore da 500W fornirà alle periferiche interne (dischi, processore, e così via) tutta la potenza di cui hanno bisogno, fino a un massimo di 500W: se aggiungiamo altri dischi, o schede video di elevate prestazioni, rischiamo di arrivare a un punto in cui il nostro alimentatore non ce la fa più e il server non parte, o si spegne all'improvviso.
Un altro caso in cui dobbiamo valutare la potenza massima è quando richiediamo la fornitura per il nostro impianto elettrico. Un valore di 5KW, ad esempio, significa che la somma dell'energia consumata da tutti i nostri apparati non potrà mai consumare più di 5 KiloWatt, altrimenti il sistema va in sovraccarico e si interrompe la fornitura di corrente. Risultato: sala server spenta, telefoni dell'assistenza che diventano roventi, giornataccia di lavoro per recuperare tutto.
La stessa valutazione si applica ai gruppi di continuità (UPS). Ogni UPS ha infatti un limite oltre il quale non è in grado di erogare sufficiente potenza e va in by-pass, cioè si "mette da parte" limitandosi a far transitare la corrente della rete elettrica esterna. Se questa si interrompe, l'UPS non può intervenire.
Nota: fortunatamente, ogni UPS ha un qualche modo di segnalarci il livello di carico utilizzato in relazione a quello massimo supportato, in modo da avvertirci se dobbiamo staccare qualche apparecchio, distribuire meglio le nostre prese, o addirittura passare a un UPS più potente.
Quello che paghiamo in bolletta, ovviamente, è il totale dell'energia consumata, quindi la potenza assorbita moltiplicata per il tempo che passa. Un dispositivo che assorbe costantemente 100W, ad esempio, dopo un'ora avrà consumato 100Wh (wattora), ovvero 0,1 KWh (kilowattora).
Il costo di un KWh può variare sensibilmente a seconda della fascia oraria, della zona geografica, del fornitore; quindi l'effettivo risparmio economico ottenuto dalle tecniche che andremo a introdurre può essere molto diverso da azienda ad azienda. Nel resto di questo articolo, quindi, ci focalizzeremo sul risparmio in termini di consumi e non in termini di costi.
Nella prossima lezione cominceremo con la questione della misurazione di tali consumi, in modo da poter tracciare l'efficacia delle misure di risparmio energetico che andremo a introdurre nel nostro sistema.