Google riesce inevitabilmente a raccogliere una enorme quantità di dati in relazione alle attività svolte dagli utenti. Sia che si navighi nel Web o che si utilizzino servizi a esso legati, risulta praticamente impossibile operare senza concedere informazioni di carattere personale all’azienda di Mountain View. Basti ad esempio pensare alla potenza in termini di acquisizione dati espressa dal motore di ricerca Chrome e da strumenti come Maps e Drive, in grado di tracciare spostamenti, visite e condivisione di file di ogni genere.
E ciò vale in generale sia che si utilizzi un computer desktop, un notebook o uno smartphone/tablet operante con Android e iOS/iPadOS. Non deve pertanto meravigliare se Google sia costantemente monitorata nei Paesi nei quali opera al fine di consentire agli utenti la possibilità di rendere ai minimi termini la quantità di informazioni che deve necessariamente essere ceduta.
Da circa tre anni a questa parte Google ha dovuto in particolare aggiornare i termini coi quali acquisisce dati concernenti la posizione occupata dalle persone e i loro tragitti, a piedi o con qualsiasi mezzo di trasporto. Un esempio deriva dalla modalità di navigazione in incognito di Google Maps, realizzata al fine di tutelare la privacy degli utenti. Essa consente di evitare il tracciamento quando si desidera che ricerche specifiche di destinazioni e luoghi non vengano memorizzate nel proprio account di Google.
Se attivata si eviterà così che venga salvata e aggiornata la cronologia delle posizioni condivisibili, potendo personalizzare in modo consapevole l’esperienza d’uso dello stesso Maps. Occorre precisare che quando viene attivata la modalità di navigazione in incognito alcune funzionalità non sono disponibili, come il tragitto giornaliero, la condivisione e la cronologia di posizioni e ricerche, la ricezione di messaggi o notifiche, le mappe offline, la fruizione di risorse multimediali e il microfono per interagire con l’Assistente Google.
Per capire meglio quali siano i dati acquisiti da Google e gestirne le autorizzazioni si può partire dalla pagina del proprio account relativa a Dati e privacy. Essa fornisce un resoconto sulle attività svolte con Chrome, i luoghi visitati, le informazioni condivisibili con altre persone, i dati correlati a servizi e app in uso, come ad esempio YouTube, Gmail, Google Play, Drive e Calendar. Ciascun elemento può essere facilmente disattivato con un pulsante dedicato, ma se si vuole disattivare l’intera sezione in un colpo solo, basta spegnere l’interruttore “Dati e privacy”. Questi sono solo alcuni suggerimenti finalizzati all’uso consapevole dei dati che Google è in grado di acquisire per ciascun utente.