Secondo una recente rilevazione svolta per conto dell'Association of National Advertisers, organizzazione statunitense alla quale aderiscono inserzionisti come Wal-Mart e Ford, attualmente il 23% (cioè poco meno di un quarto) delle visualizzazioni a carico del Video advertising sarebbero fasulle, in generale prodotte da reti di Pc (Botnet) controllate da remoto all'insaputa dei legittimi proprietari.
Oltre che in continua crescita, il fenomeno delle fake views sarebbe molto più esteso di quanto non si potrebbe ipotizzare e riguarderebbe circa l'11% del display advertising nel suo complesso, in puona parte dei casi tali visualizzazioni verrebbero effettuate nel corso della notte, su terminali sottoposti a Browser Hijacking, quando le possibilità di controllo da parte degli utilizzatori sono minori.
Nonostante i network pubblicitari principali prevedano dei sistemi attraverso i quali depurare una quota parte delle actions dalle views generate automaticamente, a livello mondiale le perdite che gli inserzionisti dovrebbero registrare a causa delle Botnet nel 2015 potrebbero ammontare ad oltre 6 miliardi di dollari; ciò si tradurrebbe in un surplus di spesa per gli advertiser e in un minor guadagno nel medio/lungo periodo per i circuiti e i publishers.
In assenza di strumenti che permettano di arginare questo fenomeno, il Video advertising potrebbe subire un importante calo di fiducia in grado di determinare una revisione al ribasso delle previsioni che, oggi, ipotizzano un raddoppio degli investimenti entro il 2018 nel solo mercato USA. Il fatto è che però anche l'industria che paga i servizi forniti tramite le Botnet, in particolare per veicolare traffico verso determinati siti Web, difende un giro d'affari economicamente rilevante.
Da questa constatazione nascerebbe il riconoscimento di una situazione divenuta ormai paradossale: attualmente ridurre il peso delle attività fraudolente nell'advertising online potrebbe rivelarsi dannoso, almeno nel breve periodo, questo per via del fatto che publishers e altri operatori del mercato pubblicitario in Rete, anche se non "complici" nella gestione delle Botnet, potrebbero assistere ad una riduzione dei propri profitti.
Via Bloomberg