Come è noto, l'emendamento alla Legge di Stabilità soprannominato Web Tax e promosso dal presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati Francesco Boccia, ha l'obiettivo di estendere l'obbligatorietà della partita IVA italiana a tutti quei soggetti che, operando su Internet, vendono pubblicità in Rete nel nostro Paese; tale iniziativa non sarebbe però condivisa dalla divisione italiana dell'IWA (International Webmaster Association) che avrebbe presentato una denuncia contro di essa alla Commissione Europea.
Sostanzialmente, la Web Tax mira ad incrementare le entrate tributarie derivanti dall'advertising su Internet oggi versate dalle più importanti multinazionali del Web; queste ultime infatti avrebbero non di rado sede legale in Paesi (come per esempio Irlanda e Lussemburgo) dove possono godere di una fiscalità di vantaggio pagando imposte nettamente inferiori rispetto a quelle previste nei restanti stati membri dell'Unione.
Ma per quanto riguarda i componenti nostrani che fanno capo all'associazione che rappresenta i professionisti della Rete a livello internazionale, nell'emendamento citato sarebbero riscontrabili alcuni inadempimenti del diritto comunitario e, nello specifico, delle direttive attualmente in vigore volte a regolare la libera circolazione di beni e servizi in ambito intracomunitario anche attraverso l'e-commerce.
Secondo quanto riportato sulla pagina Facebook ufficiale di IWA ITALY:
La denuncia all'UE è stata inviata specificando l'assurdità di una norma che richiede obbligo di partita iva italiana per qualsiasi soggetto al mondo venda pubblicità visualizzabile sul territorio italiano.
Nella stessa denuncia sarebbe stato fatto presente che la norma in questione è parzialmente congelata sino al 1 luglio dell'anno corrente, ragion per cui si riterrebbe necessaria un'immediata attivazione da parte della commissione preposta.
Via IWA ITALY