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Ubuntu, Canonical e la crisi comunitaria

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Sono giornate di malumori e mal di pancia quelle che stanno trascorrendo in Canonical. Nel giro di 48 ore numerose personalità di spicco all´interno della comunità hanno esternato la propria frustrazione per quanto riguarda le politiche e l´atteggiamento che la software house mette in campo con vecchi e nuovi progetti.

Il recente annuncio di Mir, il nuovo server grafico prodotto internamente da Canonical e rilasciato a sorpresa qualche giorno fa, ha contribuito a scoperchiare il vaso di pandora. Ad aprire ufficialmente le danze è stato Martin Owens con il suo perentorio "la community di Ubuntu è morta" espresso dalle pagine del suo blog. Le motivazioni non toccano ovviamente Mir, ne tanto meno uno dei progetti precedenti, ma appare ovvio che siano l´effetto della mole di novità, nessuna di origine comunitaria, partorite da gennaio ad oggi.

Alle dichiarazioni si sono subito accodate altre manifestazioni di dissenso, ultime delle quali quelle di Philip Ballew e dello stesso Sam Spilsbury (meglio conosciuto per la sua creatura Compiz) che nei commenti al post scrive:

Quello che veramente mi ha lasciato perplesso è il livello di incertezza in cui l´intera comunità è stata lasciata. [...] Recentemente mi è stato detto che co praticamente gettato via quattro mesi di lavoro perché Ubuntu non accetterà più patch dalla comunità per Compiz. Così ho smesso di lavorare su compiz perché non so se le cose che faccio saranno prese in considerazione da Canonical. Il che è vergognoso perché le mie patch incrementavano le prestazioni sulle schede NVIDIA, erano perfettamente testate e revisionate, cosa si può chiedere di più?

La situazione non sembra migliorare e l´emorragia di contributori celebri aumenta di giorno in giorno. La situazione non è sfuggita a Shuttleworth che nel suo blog personale si lancia in un lapidario e piccato post di difesa:

Tutti quelli che tengono all´open source condividono un sogno: che il free software sia la norma, non l´eccezione. Ubuntu è l´unica via che riesco a vedere per cui questo accada. Questo è il motivo per cui spendo tutto il mio tempo in questo progetto e per cui molte persone fanno lo stesso.

Non ho nessun interesse nella folla che vuole essere differente. Che Linux debba essere difficile così che sia "esclusivo" è la cosa più stupida che una persona intelligente possa dire.

Onestamente non credo che questa risposta giovi alla situazione. Probabilmente rafforzerà le divisioni fra le comunità, ma sicuramente suona come una pugnalata a quelle persone che hanno contribuito a rendere Ubuntu quello che è e che già hanno il dubbio che la loro distribuzione abbia loro voltato le spalle.

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