Alle donne non piace il software libero o quantomeno non sembrano intenzionate a partecipare attivamente. A lanciare l´allarme rosa è Valerie Aurora, una giovane sviluppatrice del kernel Linux, in un articolo su Techworld.
Che le donne non abbondino nelle materie informatiche è sotto gli occhi di tutti. Tuttavia nella comunità opensource la situazione sembra ancora più seria. La partecipazione femminile al mondo open è, secondo Valerie, di un ordine di grandezza inferiore rispetto al panorama proprietario. In un keynote del 2009 viene addirittura stimata una presenza femminile del solo 1.5% rispetto al 20% che si registra nell´industria tecnologica nel suo insieme.
Anche osservando altri rami della cultura open come Wikipedia la situazione non migliora. Stando ad uno studio del 2010 solo il 15% dei contributi proviene da donne.
In un mondo che fortunatamente tende alla completa parità dei sessi, questo squilibrio appare preoccupante. Proprio per questo Valerie Aurora e Mary Gardiner hanno lanciato da meno di un anno The Ada Initiative, un´organizzazione no-profit che prende il nome da Ada Lovelace, ritenuta prima programmatrice in assoluto della storia. Tale organizzazione ha come missione l´abbattimento di ogni barriera tecnologica e di costume con lo scopo di avvicinare le donne alla comunità open.
Inoltre, proprio nei due progetti di punta del panorama Linux, sono presenti spinte per una forte comunità femminile: Debian Women e Ubuntu Women infatti sono due gruppi i quali si prepongono l´obiettivo del coinvolgimento di un numero sempre maggiore di donne nei rispettivi progetti, per ogni tipo di ruolo.
Speriamo quindi che il 2012 informatico sia un anno un po´ più libero e anche un po´ più rosa.