Cosa unisce due personaggi di così diverse idee sul software open source è il risultato che questi hanno saputo ottenere da sistemi operativi già esistenti della famiglia UNIX: Steve Jobs ha preso un kernel BSD e ne ha creato quella che attualmente è la miglior versione del Mac OS (soppiantando il vecchio kernel), e Mark Shuttleworth ha creato Ubuntu Linux a partire dalla distribuzione "universale", Debian GNU/Linux.
È vero che Shuttleworth non ha saputo (ancora?) portare Ubuntu sui desktop, ma va notato che, al contrario dei suoi rivali, Microsoft e Apple, è giunto in un momento storico in cui il fortissimo duopolio (che spesso si tinge di monopolio) era in atto da due decenni. Tuttavia Mark non ha avuto timore nel confrontarsi con la potenza di Microsoft e delle sue note pratiche anti-concorrenziali.
Le sue idee sono sempre state quelle di ottenere un sistema operativo usabile per tutti più attraente di Mac OS X, e da questo asserto (oltre a stridenti smanie di scimmiottamento) derivano alcune recentissime scelte di incerto risultato, quale la futura adozione di Unity come "shell" di GNOME, o la più sensata e coraggiosa scelta di eradicare X.Org dal "suo" sistema operativo.
Mark Shuttleworth, contrariamente a quanto si è soliti vedere nel mondo open source, dirige Canonical esattamente come Jobs dirige Apple: è "cosa sua", pensiero che, se nel mondo "reale" è assodato, in quello "virtuale" della community è cosa nuova (e spesso molto poco apprezzata, specie da chi vede di buon occhio la frammentazione dell´ecosistema open, portandola ad esempio di "libertà").
Jobs ha saputo trarre margini di mercato da entrambe queste cose, usabilità e design, oltre ad una aura di snobbistico "status symbolism": su cosa potrà puntare Mark, al fine di essere lo Steve Jobs per Ubuntu?