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Scuola 42: un altro approccio al coding, raccontato dagli studenti

La Scuola 42 rappresenta davvero un nuovo modo di approcciare l'apprendimento del coding? Lo abbiamo chiesto a chi la frequenta.
Scuola 42: un altro approccio al coding, raccontato dagli studenti
La Scuola 42 rappresenta davvero un nuovo modo di approcciare l'apprendimento del coding? Lo abbiamo chiesto a chi la frequenta.
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Quante volte hai imparato importanti nozioni di coding affidandoti ad una comunità? Succede ogni volta che posti su un forum, ogni volta che cerchi supporto su un gruppo online, ogni volta che è una conoscenza collettiva a colmare una lacuna individuale. Tuttavia per troppo tempo l'apprendimento del coding (che per sua natura ha molti aspetti esperienziali) è stato legato a metodologie tradizionali, senza mai sperimentare quanto dinamiche di insegnamento differenti potrebbero invece restituire risultati importanti.

La prima scuola che ci ha provato è stata la Scuola 42 (un progetto sostenuto dalla Fondazione CR Firenze) ed i risultati sono stati eclatanti. Oggi la scuola, nata dall'idea dell'imprenditore Xavier Niel, è radicata a Firenze e sta offrendo a centinaia di ragazzi una nuova opportunità: quella di vivere come "comunità" l'apprendimento del codice. I principi sono totalmente innovativi, basati sui concetti dell'apprendimento cooperativo e della collaborazione, dando vita ad un istituto senza professori e senza voti, senza esami e senza i percorsi tradizionali, ma più simile ad un videogioco fatto di sfide e di relazioni. Ci si aggiunga che tutto ciò è gratis e quel che se ne ricava è un percorso di apprendimento estremamente formativo anche nell'ottica della successiva immissione nel mondo del lavoro.

Un percorso tanto rivoluzionario ed eclettico merita di essere approfondito dall'interno, per voce di quanti lo stanno vivendo. Siamo entrati così in contatto con Emma, Bianca e Mario, ai quali ci siamo rivolti per avere un punto di vista ravvicinato su come si possa vivere all'interno di una scuola di questo tipo.

Scuola 42

Come vi state trovando nella Scuola 42?

"Quando me ne hanno parlato la prima volta ed ho saputo che si sarebbe trattata di una scuola gratuita, senza professori né veri e propri esami, ho pensato: è scam? L'Open Day, invece, è stato del tutto convincente e l’esperienza della piscina mi ha definitivamente coinvolta": Emma ha voluto raccontarci così il suo primo impatto con la Scuola 42, spiegando come fin da subito la relazione con gli altri studenti ha avuto un ruolo determinante nel suo inserimento e nei suoi primi passi di apprendimento: "Si crea immediatamente un senso di comunità con numerosi gruppi di collaborazione attivi per risolvere il problema. Essere insieme ti dà subito la consapevolezza di essere immersa in un gruppo con problemi simili e quindi con le stesse necessità".

Quel che invece ha colpito Bianca è stata l'emozione immediata, come una sorta di fulminea presa di coscienza di quello che sarebbe diventato l'obiettivo finale: "ti rendi subito conto di dove vorresti andare poi. Questo ti consente in seguito di crescere come vuoi poiché l’unica cosa che conta davvero è raggiungere l'obiettivo". Ma fin dal primo momento non è mai una corsa individuale, poiché in ogni istante è la relazione con gli altri la trama sulla quale viene tessuto l'assorbimento delle nozioni e la ricerca della meta: "non essendoci professori, l'ambiente lo fanno gli studenti. Fin da subito ti senti responsabilizzato nei confronti degli altri e dell’ambiente che ti circonda, poiché è quello lo strumento che ti consentirà di avanzare nel tuo percorso e di raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissata".

Mario, che oggi è un collaboratore della Scuola 42, sottolinea da parte sua che il mantra fondamentale di un percorso simile stia nell'"imparare a imparare": in questo ragionamento c'è la chiave che differenzia la 42 da ogni altra scuola di coding. Se i percorsi tradizionali immaginano gli studenti come recipienti da riempire, nella 42 sono gli studenti stessi ad andare in cerca di nozioni da metabolizzare, seguendo dunque un percorso contrario nel quale ogni singolo giorno si compie un passo in avanti - muovendosi con risorse ed energie proprie - verso l'obiettivo. Il tavolo è ribaltato e questo è anzitutto uno shock positivo, ma diventerà anche virtù da vendere sul mercato del lavoro una volta raggiunto il completamento del ciclo 42. Sono già un centinaio le aziende che si sono affacciate a 42 in cerca di talenti: è questa dimostrazione dell'apprezzamento per i risultati formativi raggiunti e per la possibilità di mettere a disposizione risorse che hanno già messo in luce le proprie capacità.

Scuola 42

Dopo una vita passata in una scuola tradizionale, come è stato il vostro impatto con 42?

Mi sono sentita spaesata“ è l'ammissione di Bianca: “Tutti i progetti sembravano finalizzati ad abbattere la mia autostima, rivelandosi così in realtà estremamente stimolanti. In breve tempo sono diventata la prof di me stessa e si impara rapidamente l’arte dell’arrangiarsi“. Tuttavia Bianca si è sentita fortunata nell'aver approcciato la Scuola 42 senza aver mai affrontato in precedenza il coding: ciò ha permesso di lavorare con il beneficio della tabula rasa, senza schemi preconcettuali che sarebbero stati un ostacolo non marginale. Per chiunque abbia esperienza pregresse la strada non è certo chiusa, ma la prima difficoltà sarà quella del mettere da parte il passato per imparare ad approcciare un metodo completamente nuovo: occorre imparare ad imparare, quindi, ma anche imparare ad adattarsi ed a muoversi secondo quelle che sono regole e dinamiche nuove.

Emma per contro spiega di essersi trovata immediatamente a proprio agio, faccia a faccia con un metodo che ha trovato stimolante ed arricchente fin dal primo minuto. Questione di approccio e di attitudine: "Wow, non c’è competizione! Finalmente mi sono trovata in una scuola dove è possibile applicarsi in un clima rilassante, senza l’ansia della prestazione". Questione di predisposizione personale, quindi: tutti possono adattarsi, ma il filtro iniziale della piscina mette immediatamente in chiaro quali siano le regole del gioco e come occorra giocare per poter passare ogni volta allo schema successivo.

Scuola 42

Com'è stata la Piscina?

Mario celebra il forte filtro della Piscina come un elemento necessario, atto a focalizzare le energie della scuola sugli studenti meglio propensi a questa tipologia di apprendimento: "c'è un tasso di abbandono fortissimo nei primi giorni: la piscina serve a capire se il metodo fa per sé o se non sia forse meglio cambiare immediatamente orizzonte". Non è una passeggiata, quindi. Anzi. Ma misura la resistenza, la capacità di adattarsi e di cercare la soluzione anche nella difficoltà estrema. In parole povere, cerca le doti di problem solving per selezionare una community sulla quale incentrare il progetto formativo successivo.

Per Emma è stato tutto stupendo fin dal principio, perché il gusto del "fare gruppo" si è trasformato in stimolo e ricchezza. Gli uni aiutano gli altri e non c'è differenza (di età, di provenienza, di background, di carattere, di formazione) che non possa essere colmata: al cospetto dei problemi si è tutti uguali e tutti allo stesso livello, tutti uniti dal medesimo scopo di superare l'ostacolo. Con la Piscina, quindi, "diventi un monaco in mezzo ad altri monaci", costruendo una comunità le cui relazioni sono costruite sul sapere, sulla circolazione delle competenze, sulla cooperazione funzionale. Si fa squadra perché questa è la regola che permette a tutti di avere un appiglio.

Iscriviti alla Scuola 42

Secondo voi il metodo 42 può essere applicato sempre e comunque? Come lo avreste vissuto ad esempio durante le scuole superiori?

Quel che è vero in una fase di formazione post-scolastica è a maggior ragione (e con maggior enfasi) vero in tutto quello che è il percorso formativo antecedente. Se dunque c'è chi è meglio tarato per la Scuola 42 e chi invece è destinato a soffrire già fin dal momento della Piscina, ancor di più attitudine e problemi sarebbero esasperati in una fascia di età nella quale non si hanno ancora i giusti strumenti per affrontare le difficoltà. Bianca, da parte sua, spiega che alcune materie del Liceo non si sarebbero potute affrontare con un metodo 42, mentre Emma rivela che avrebbe avuto ben più stimoli di quanti non ne abbia invece avuti nella sua strada verso la maturità.

Ancora una volta, insomma, è una questione di attitudine, ma nel contesto di un metodo 42 che nulla toglie, e molto aggiunge, al quadro generale di una scuola sempre troppo improntata su metodi vetusti, marmorei e privi di elasticità. Con il metodo 42 è il percorso a piegarsi alle necessità dello studente e non viceversa, creando in tutto ciò un clima comunitario che circonda i partecipanti e li aiuta ad affrontare le difficoltà per procedere passo dopo passo verso l'obiettivo finale. La rivoluzione sta nel dimostrare - e la cosa trapela in modo chiaro nelle parole di Emma, Bianca e Mario - che l'apprendimento non è un concetto monolitico e che, anzi, ci sono sfaccettature e sfumature fondamentali che possono essere valorizzate con grande vantaggio personale.

Scuola 42

Come può funzionare una scuola senza voti e senza esami?

Non ci sono professori, ma mentor; non ci sono voti, ma test a verifica incrociata per verificare l'avvenuta maturazione delle necessarie competenze; non ci sono esami, ma progetti che devono reggere i test previsti. Non c'è una classe, insomma, ma un gruppo di lavoro privo di competitività, nella quale cooperare significa aiutare ed essere aiutati. Tutto ciò sarebbe utile in età differenti? Forse, ma non per tutti. Vale però anche il ragionamento contrario: il metodo 42 potrebbe essere utile anche in altre età? Sicuramente, fungendo da stimolo per molti studenti e regalando a tutti una dote di responsabilità maggiore - fondamentale per la ricerca di una collocazione nel mondo del lavoro.

Per il core curriculum serve circa 1 anno e mezzo di applicazione. La ghigliottina del "black hole" è l'unico problema da temere: se non si consegnano progetti entro 80 giorni, si è automaticamente esclusi e si vanifica il lavoro compiuto. Esiste l'ancora del freeze che consente di "mettere in pausa" il percorso in caso di necessità, ma per il resto è tutto improntato sulla massima libertà, sulla necessaria responsabilità e sulla virtù dell'autodeterminazione. "Sono diventata la prof di me stessa", confida Bianca: è in questo che si snocciola tutta la differenza tra la Scuola 42 ed una scuola di coding tradizionale.

Per gli studenti tutto ciò trasmette una sensazione nuova, che all'impegno toglie l'ansia da prestazione e tutto quel che di negativo si porta appresso la continua ricerca del voto fine a sé stesso.

Scuola 42

Ognuno sceglie per sé, insomma, così che la Scuola 42 diventa uno strumento perfettamente allineato alle attitudini personali. E questo è valore che ogni studente si porterà appresso per il resto dei propri giorni, insieme alle amicizie ed alle collaborazioni avviate tra le mura dell'Innovation Center di Firenze.

Per accedere alla Scuola 42 occorre iscriversi gratuitamente, superare alcuni rapidi test online e accedere quindi alla Piscina (una prova intensiva della durata di 4 settimane per la selezione degli studenti ammessi al corso).

In collaborazione con Scuola 42

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