Svolta e relativo sospiro di sollievo per gli utenti GNU/Linux che acquistano un PC nuovo. Secondo quanto stabilito da una sentenza della Cassazione, chiunque acquisti un computer con del software precaricato dal produttore e non accetta le condizioni d´uso della licenza del software ha diritto a un rimborso.
La sentenza arriva a seguito di una richiesta di rimborso per la licenza di Windows di un utente Fiorentino, che, non avendola accettata, ha richiesto (e ottenuto) l´intero prezzo del sistema operativo di Microsoft fissato alla cifra di 140 euro.
Secondo la Cassazione: "Nell´accertata assenza di controindicazioni tecnologiche, l´impacchettamento alla fonte di hardware e sistema operativo Windows-Microsoft (così come avverrebbe per qualsiasi altro sistema operativo a pagamento) risponderebbe, infatti, nella sostanza, ad una politica commerciale finalizzata alla diffusione forzosa di quest´ultimo nella grande distribuzione dell´hardware (quantomeno in quella, largamente maggioritaria, facente capo ai marchi Oem più affermati)".
Questo sembra proprio l´ennesimo passo avanti verso un libero mercato. D´altronde, il rimborso della licenza di Windows è un argomento rovente. Molti utenti lo chiedono a gran voce, i vari produttori oppongono resistenza e le associazioni a tutela dei consumatori hanno rilasciato anche un modulo di richiesta di rimborso. Rispetto agli ultimi anni sono stati fatti tantissimi passi avanti, ma la strada per garantire un rimborso a tutti coloro che non necessitano della licenza di Windows (o altro OS proprietario) è ancora lunga e tortuosa.
Via Repubblica