Una storia del genere non la si può lasciare al dimenticatoio, eh no! Dunque eccone un piccolo riassunto ed il link alla storia completa scritta da Davide Pozzi sul suo blog.
Questa è una storia che in pochissimi sanno. Si tratta di un episodio di ben 11 anni fa (se la memoria non mi inganna...), epoca nella quale internet iniziava timidamente a diffondersi nel Bel Paese, ed è scritto solo per dimostrare quanto ero ingenuo, poco furbo (o sognatore ?) all'età di 26 anni.
Già nel 1995 passavo la maggior parte della mia giornata immerso in internet, usando Trumpet Winsock (per connettermi), Eudora (per l'email) e Netscape (come browser). [...] Yahoo! iniziava pian piano a diffondersi in vari stati e in varie lingue, ma non in italiano: digitando www.yahoo.it non si otteneva un bel nulla, il dominio non era registrato. [...] Mi venne quindi la malsana idea di registrarlo.
Contattai un caro amico, F.F., il quale già allora aveva uno spazio web su Hurricane Electric (e al quale, fra l'altro, avevo venduto pochi mesi prima un abbonamento internet dial-up :-)), e partimmo con la registrazione del dominio .it. Quelli di Hurricane Electric, avvisati del fatto che volevamo puntare il DNS verso di loro, ci risposero via email con una cosa del tipo "are you really really sure???", ma noi andammo avanti.
Io iniziai a tradurre tutto l'albero della directory da inglese a italiano, e lavorammo anche sul logo (Yahoo! Italia con una torre di Pisa al posto del punto esclamativo :-D). Tengo a precisare che, nella mia assurda ingenuità di quel tempo, l'obiettivo non era di lucrarci rivendendo il dominio a Yahoo!, bensì di andarci a lavorare, magari nella futura costituenda filiale italiana.
Comunque sia, il dominio venne registrato, e già allora, nel "lontano" 1995, la prima pagina vuota che mettemmo online (costituita esclusivamente da un piccolo form con un bottone "cerca") faceva valanghe di accessi spontanei (alcuni dei quali, verosimilmente, anche da PC collegati alla rete di yahoo.com), che monitoravamo costantemente con occhi (quasi) lucidi. Scrivemmo quindi a Yahoo!, descrivendo il nostro assurdo progetto, ovvero quello di far parte della futura filiale italiana, e del fatto che ci stavamo già lavorando sopra giorno e notte. La risposta via email (ovviamente) non arrivà mai.
Dal mio fax, alcuni giorni dopo, uscirono invece alcune pagine, la cui prima era come una doccia gelata: conteneva infatti esclusivamente nomi di avvocati. Mi recai nel loro studio, a Milano, e mi spiegarono (molto gentilmente) che il marchio Yahoo non è registrabile e/o utilizzabile da nessuno in nessun luogo del mondo, e pertanto, se non volevo impelagarmi in problemi legali, avrei dovuto immediatamente restituire il dominio.
E il dominio fu restituito. Era una Internet diversa, la parola cybersquatting neppure esisteva, i domini non erano ancora un'opportunità , l'idea di registrare quel dominio era in buona fede ed in buona fede s'è sgonfiata. Google non esisteva, Davide era un giovane di belle speranze e Yahoo ancora non sapeva esattamente cosa quel dominio avrebbe rappresentato a breve. Oggi Yahoo.it è quel che sappiamo, Davide è il "Tagliaerbe" di Edit e tutti vissero felici e contenti.