Il team di sviluppatori di PulseAudio, il noto server audio open source implementato in numerose distribuzioni Linux, ha rilasciato una nuova major release del progetto che introduce diverse novità interessanti con cui viene migliorata la user experience di tale programma. Malgrado diversi sistemi Linux stiano via via migrando ad alternative più avanzante come PipeWire, visto che consente una gestione unificata di tutti i flussi multimediali e non solo della componente audio, PulseAudio viene ancora integrato in svariati contesti soprattutto per gestire, in accoppiata con PipeWire, la parte audio dei diversi applicativi che sono stati sviluppatati per appoggiarsi appunto su tale componente software.
PulseAudio 16.0 implementa il supporto al Bluetooth device battery level reporting, ovvero a quel sistema di report che consente all'utente di conoscere il livello preciso di carica della batteria dei dispositivi che utilizzano il protocollo Bluetooth.
Quindi una volta eseguito l'aggiornamento alla nuova build del server audio, tramite i vari gestori di pacchetti, gli utenti delle distribuzioni Linux potranno, magari con un applet dell'ambiente grafico apposito, conoscere con precisione lo status di carica/scarica della propria cuffia wireless connessa al computer via Bluetooth. Si tratta dunque di una funzionalità davvero comoda che consente all'utente di evitare di trovarsi con le batterie scariche nei momenti della giornata meno opportuni.
Altra novità interessante introdotta in PulseAudio 16.0 riguarda la CLI (Command Line Interface) del server audio, adesso infatti è possibile, tramite l'apposito comando pactl, eseguire un dump dei dati in formato JSON (JavaScript Object Notation) cosi da poter condividere questi file con altre applicazioni o per eseguire operazioni di debug.
Sempre in PulseAudio 16.0 è stato introdotto il supporto alla compressione audio, dei flussi inviati agli RTP module, tramite il codec open source Opus. Grazie a tale update dunque si ottiene un miglioramento della qualità audio notevole in diversi contesti proprio tramite l'adozione del formato audio lossy sviluppato dalla Internet Engineering Task Force.