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Progettazione di Interfacce e grafica

Psicologia, sociologia e scienze cognitive applicate alla progettazione delle interfacce, della grafica e dei siti.
Psicologia, sociologia e scienze cognitive applicate alla progettazione delle interfacce, della grafica e dei siti.
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Sono in molti a ritenere che una interfaccia uomo / macchina, che si tratti di un pannello di controllo di una lavastoviglie, il front-end di una applicazione o la home di un sito, dovrebbe avere due livelli di progettazione.

Il primo livello dovrebbe essere prodotto da un team di psicologi, sociologi, esperti di scienze cognitive. Tale disegno garantirebbe la naturale comprensibilità ed interpretabilità dei criteri di manovrabilità e la coerenza della comunicazione tra le due entità in gioco, uomo e macchina.

Il secondo livello sarebbe, a questo punto, quello dei progettisti tecnici che tradurrebbero le disposizioni del primo livello in architettura di sistema, componenti e specifiche tecniche in generale.Il motivo di ciò è dato dal fatto che troppo spesso si progettano interfacce pensando alla funzionalità ed aspettandosi che lÂ’utente debba essere educato al loro uso, invece che produrre qualcosa che sia già coerente con le aspettative di chi dovrà esserne lÂ’utilizzatore.

Utilizzando una interfaccia, lÂ’uomo esegue processi mentali che la psicologia può studiare. Anche la cultura ed il contesto sociale influiscono pesantemente su come il cruscotto sarà interpretato e sul grado di facilità col quale si impiegherà.

È con questo spirito che in questi anni sto seguendo alcuni lavori e ricerche sia a livello personale, sia a livello professionale.

A Bolzano, tra il giorno 1 ed il 3 settembre 2005, la Mitteleuropea Foundation ha organizzato lÂ’interessante workshop “Projected Perception. At the Edge of Natural and Artificial Reality and Abstraction” con interventi di ricercatori di varie università, attivi su temi connessi alle interazioni dellÂ’uomo col mondo circostante. Tali interazioni, viste sotto il profilo cognitivo di rappresentazione e di influenza sono particolarmente importanti per chi progettando interfacce ha la necessità di migliorare il livello di interpretabilità e rappresentabilità delle stesse.

Purtroppo ho partecipato solo a parte del workshop, ma sono più che soddisfatto della mia trasferta a Bolzano.

Vi riporto un breve sunto di alcuni dei temi che più da vicino interessano chi si occupa di interfacce, per stimolare il vostro desiderio di approfondimento e discussione.

Osvaldo Da Pos dellÂ’Università di Padova ha parlato della trasparenza e dei fattori che ci consentono di coglierla e quindi meglio simularla mediante un sistema informatico. Nulla di accademico e, viceversa, di immediata applicabilità per chi progetta sistemi in cui la rappresentazione del mondo reale è importante.

Francesco Pavani dellÂ’Università di Treno ha parlato di come lÂ’ombra influenzi la nostra percezione del corpo e di quanto la sua presenza possa contribuire alla definizione di un contesto. Seppur la sua trattazione non fosse legata direttamente alle interfacce informatiche, ha offerto ricchi spunti per chi vuole progettare sistemi che necessitano di un deciso feedback spazio/movimento (es: videogiochi, controlli di movimento, simulazione di realtà virtuale). Interessanti gli esperimenti condotti su alcuni esercizi fatti con e senza lÂ’ombra.

Riccardo Manzotti dello IULM di Milano ha discusso di come sia rappresentata la realtà osservata da un occhio sulla retina e quindi inviata alla corteccia cerebrale. Interessanti i risvolti legati ai concetti di messa a fuoco del centro dellÂ’immagine, che tenuti presente possono aiutare moltissimo nella progettazione di spazi in movimento.

Chi volesse maggiori informazioni sulla Mitteleuropa Foundation, centro di ricerca sui sistemi cognitivi, può navigare il loro sito su http://www.mitteleuropafoundation.it/ .

Ho lasciato la mia email e la Prof. Liliana Albertazzi, Direttrice della fondazione, mi ha promesso di avvisarmi allÂ’approssimarsi dei prossimi eventi organizzati. Vi terrò informati :-).

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