OpenMoko sembra essere in difficoltà. A dirlo è stato Sean Moss-Pultz, CEO di OpenMoko, in una intervista rilasciata ad ArsTechnica. Leggendo l´articolo si apprende che l´azienda non è al momento in grado di rilasciare uno smartphone di terza-generazione (3G) basato su Linux. Si sta procedendo ad una ripianificazione del lavoro, e quindi le probabilità di vedere un successore 3G del FreeRunner sono abbastanza scarse.
Sembra che i motivi principali siano due. Prima di tutto l´incalzante crisi economica mondiale ha costretto l´azienda a rivedere l´organico, quindi a "snellire" i team di sviluppo. Oltre alla mancanza di forza lavoro, sembrano esserci anche problemi tecnici di non facile soluzione. Sean Moss-Pultz non si è sbilanciato molto su quest´ultimo punto, accennando abbastanza in fretta alla questione. A questo bisogna anche aggiungere la controversia legale in cui OpenMoko è stata coinvolta nel mese di novembre 2008.
Dunque, il futuro di OpenMoko e del NeoFreeRunner è abbastanza "incerto". Nonostante siano stati già venduti 3000 Neo1973 e 10000 Neo FreeRunner, il mercato di OpenMoko ancora non decolla. A detta del CEO sembra che la maggioranza dei dispositivi siano stati acquistati solo da "fedelissimi" del mondo GNU/Linux, e che quindi no ci sia stata una penetrazione decisa nel mercato degli "utenti di massa".
Ad oggi Sean Moss-Pultz conferma che verranno risolti tutti problemi software ancora pendenti sul FreeRunner. Inoltre si sta pensando a quello che viene definito il "Project B", una sorta di evoluzione del FreeRunner, e non si parla certamente di 3G. Indagini compiute dalla stessa OpenMoko dichiarano che questa è la scelta migliore in termini di costo e funzionalità del prodotto, visto che un dispositivo 3G comporterebbe spese e costi ulteriori sia per la parte hardware che software. Un dispositivo 3G potrebbe essere giustificato solo vi è una previsione di vendita certa di almeno 50000 esemplari.
Davvero una notizia "scioccante" per il mondo del mobile open source. D´altra parte l´incalzante concorrenza di Android e Limo si fa sempre più sentire, e qualcuno deve pur "pagarne le conseguenze".