Il pensiero della Kroes, commissario europeo per l´ICT, secondo la quale "I governanti dovrebbero avere una chiara giustificazione se promuovono software proprietari", definisce le linee guida per la gestione delle infrastrutture IT, spronando i governanti all´utilizzo di software libero; il Codice dell´amministrazione digitale lo prescrive nel suo articolo 68; lo spreco di denaro pubblico di noi tutti lo grida a gran voce.
Eppure, secondo un interessante articolo del Corriere della Sera online che riporta uno studio Assinform di ieri, la realtà ha segno diverso dalle intenzioni:
I dati di utilizzo [dei software FOS], sia in termini di cessione, sia di acquisizione di software, non sembrano evidenziare un grado di adozione pari alle attese.
L´associazione continua:
[I software FOS] ridurrebbero i costi di acquisto per le licenze e fornirebbero maggiori garanzie di sicurezza.
Puntualizza il Corriere:
Così è una manna per i colossi HiTech come Microsoft e Oracle, che non vedono ridursi i profitti derivanti dalla cessione delle licenze. E un controsenso per PA ed enti locali, già messi alle strette dai tagli imposti per ridurre la spesa pubblica e sottoposti a stringenti Patti di Stabilità.
Oltre il danno la beffa: in questo clima di "stupidità informatica", stando a quanto riportato dal Corriere, a causa degli eccessivi costi del monitoraggio sull´adozione dei software FOS, il ministero per la Pubblica Amministrazione, mostrando un inusitato interesse per la questione, ne ha sospeso l´attività su scala nazionale.