Google ha compiuto il passo necessario per consentire al suo Android di proseguire nella conquista del mercato: con il rilascio di Native Development Kit (NDK) il colosso di Mountain View concede infatti la possibilità di eseguire codice nativo sulla sua piattaforma.
Fino ad ora gran parte le applicazioni per Android erano limitate all´esecuzione su Dalvik, la Java virtual machine (JVM) di Google, ma ora grazie alla disponibilità del NDK gli sviluppatori potranno realizzare componenti in C o C++.
Google non sta comunque abbandonando Java: il NDK non sarà un´alternativa a quanto già esistente ma dovrà essere utilizzato per sviluppare componenti specifici degli applicativi, che richiedono prestazioni maggiori o l´utilizzo di particolari librerie C. In quest´ottica è importante notare che NDK non fornisce l´accesso alle API del framework, con tutte le limitazioni che ne conseguono.
Per fare da ponte da tra Java e il codice nativo, NDK utilizza la tecnologia JNI e include un ambiente cross-compiler per creare eseguibili ARM da distribuire in pacchetti Android APK.
Il NDK è disponibile al download nelle versioni per Windows, Linux e OSX.