È possibile fare corwdfunding per ridare addirittura indietro una parte dei profitti alle comunità di software e hardware open source? Certo che si, d´altronde basta presentare un progetto chiaro e coi soldi raccolti possiamo farci quello che vogliamo. È molto ambizioso, in questo campo, il progetto dei fondatori di Linux Voice che hanno deciso di imperniare il modello di business del loro nuovo magazine su un concetto molto semplice: kickstart in crowdfunding, prosecuzione con la vendita di abbonamenti digitali e (paradossalmente) cartacei, e allo stesso tempo donare il 50% dei profitti a progetti open source.
Personalmente ho già considerato l´opzione dell´abbonamento digitale, anche se purtroppo per ora è disponibile solo una preview di come verrà strutturata l´edizione cartacea. In ogni caso, confido nel fatto che la versione digitale sarà fatta piuttosto bene, e gli advisor del progetto fanno sperare benissimo: tra Jono Bacon, community manager per Ubuntu, e Eben Upton, fondatore della Raspberry Pi Foundation, sicuramente ci si può fidare del fatto che la linea editoriale sarà sicuramente orientata agli smanettoni e ai progetti di rilievo.
Se volete, potete ancora dare il vostro contributo: manca poco per il raggiungimento del traguardo della campagna di finanziamento su Indiegogo (qualche migliaio di sterline), e sicuramente sarà un onore per chiunque di voi (noi!) figurare tra i backer di progetto, magari con una somma anche ingente. A prescindere dal risultato di questa spettacolare campagna di crowdfunding, speriamo che gli introiti per così dire collaterali siano comunque consistenti: d´altronde, sarà una bella chance in entrambi i casi per finanziare indirettamente i progetti open source che amiamo.