Andando ad intaccare la concezione "libero/aperto == ridotto valore economico" spesso presente nelle persone meno a contatto con il mondo del software free/open, due ricercatori dell´università spagnola di Oviedo hanno pubblicato uno studio che quantifica il valore economico del kernel Linux.
I due ricercatori hanno analizzato, utilizzando l´algoritmo Constructive Cost Model 81 (COCOMO 81), il kernel 2.6.30 e ne hanno stimato un valore superiore al miliardo di dollari; la cifra ovviamente si riferisce ai costi di ricerca e sviluppo di questa singola versione del kernel e non va confusa con il valore "generico" di Linux.
In passato anche la Linux Foundation aveva effettuato stime simili e i risultati emersi allora sono concordi con quanto stabilito dai due ricercatori spagnoli.
Una cosa è certa: chiunque creda ancora alla visione di un kernel portato avanti da sviluppatori occasionali nel loro tempo libero dovrebbe mettere da parte i suoi preconcetti e constatare come questo modello non si adatti più allo stato attuale di Linux.