Un tempismo perfetto, quello di Clement Lefebvre, che ha deciso di integrare GNOME 3.0 come desktop environment predefinito in Linux Mint 11, ma con un layout del desktop, a detta degli sviluppatori, "più tradizionale". Ovviamente questo significa che l´aspetto della distribuzione sarà per quanto possibile aderente alle precedenti versioni, anche se non è chiaro quanto questo sia possibile.
Niente Unity quindi per la derivata di Ubuntu che dunque dal Linux Mint 11 divergerà ancora dalla distribuzione di Canonical.
Parlavo di tempismo infatti, perché mentre Lefebvre decide di passare a GNOME Shell per la gestione delle finestre, gli sviluppatori del progetto GNOME hanno eliminato i due pulsanti di massimizzazione e minimizzazione, in favore di una concezione dell´esperienza utente molto svincolata da quelli che sono gli standard attuali. C´è quindi da essere curiosi su cosa faranno gli sviluppatori di Linux Mint per la prossima versione.
Si armeranno di editor di testo, e terminale alla mano sforneranno un patchset per GNOME Shell, in modo da rendere l´interfaccia aderente alle loro volontà? Chineranno il capo e continueranno a sviluppare non curanti del fatto che gli utenti dovranno abituarsi ad un concetto completamente nuovo di interfaccia grafica? Ciò che è chiaro è che nei prossimi giorni ci sarà da aspettarsi qualcosa da entrambi i progetti: interazione, o fork? Nulla di può dire, almeno per il momento.