Nei sistemi Unix-like, come ad esempio le distribuzioni basate su Linux, il luogo dove vengono salvati i file di configurazione dell'utente è la home directory. Spesso questi contenuti sono però nascosti, magari all'interno di altre directory a loro volta nascoste, ma è sufficiente abilitare un semplice settaggio sul file manager, oppure usare il comando ls -a, per visualizzarle.
Gran parte di questi file e directory nascoste contengono principalmente configurazioni che l'utente ha impostato manualmente, o che magari vengono impostate in modalità predefinita, nel pannello di controllo dei programmi installati o in quelli che già si trovano nel sistema. Si tratta di file che non sono stati pensanti per essere modificati dall'utilizzatore, ma solo dall'applicazione che li ha generati, quindi vengono resi irreperibili per evitare di procurare confusione durante la gestione delle risorse.
Questi file possono anche essere rimossi senza particolari problemi, l'unico effetto negativo in cui si incorre è ovviamente la perdita delle impostazioni selezionate, ovviamente una volta riaperta l'applicazione quel file verrà ricreato con le impostazioni di default. Rimuovere tali contenuti può essere utile nel caso si volesse resettare un programma, come nel caso di un software che non si avvia più, cosi da farlo ritornare alle configurazioni originale.
Oltre che dei file dei programmi che l'utente installa, la home directory è sede di tutti i file di configurazione dei programmi che sono alla base del sistema e che hanno impostazioni dedicate per ogni utente. E dunque possibile trovare, ad esempio, .bashrc e .bash_profile, che sono appunto i due file predisposti per contenere le impostazioni di bash regolate dall'utente, che poi possono essere applicate ai suoi vari profili.
Via Make Tech Easier