In seguito all´accordo tra TomTom e Microsoft in merito all´utilizzo del filesystem FAT nei dispositivi dell´azienda olandese, il direttore esecutivo di Linux Foundation, Jim Zemlin, ha pubblicato un post sul suo blog in cui auspica un passaggio delle aziende produttrici ad un filesystem che sia libero da brevetti e royalty.
Sin dalla sua implementazione in Linux si è saputo che la famiglia di filesystem FAT è coperta da una serie di brevetti ma, per permettere agli utenti di accedere ai dati memorizzati su tali partizioni, si è deciso comunque di aggiungerne il supporto al kernel. Ovviamente Linux non adotta FAT come filesystem principale ma questo viene spesso impiegato su dispositivi di memorizzazione rimovibili come hard disk esterni e/o penne USB.
Nonostante questa situazione, la quasi totalità delle grandi aziende ha sempre preferito FAT anche se esso, oltre a non offrire nessun vantaggio rispetto le soluzioni libere, risente addirittura di limitazioni dovute al suo design ormai datato (si pensi alle limitazioni sui nomi dei file, per esempio).
Tale decisione può ancora avere senso quando si parla di dispositivi come lettori MP3 portatili (se vogliamo che l´utente possa copiare brani da qualsiasi PC, senza necessità di software aggiuntivo) ma quando si considera un navigatore satellitare che già utilizza Linux, quale può essere il vantaggio nell´adottare FAT anziché, per esempio, Ext3?
Linux Foundation si è comunque detta disponibile a collaborare con qualsiasi azienda intenzionata a rimuovere FAT dai suoi prodotti. In fondo se anche Microsoft ammette che si tratta di una tecnologia facilmente sostituibile, perché continuare a farsi del male da soli?