Citando Wikipedia, in Informatica, il termine scalabilità si riferisce alla capacità di un sistema di "crescere" o "decrescere" in funzione delle necessità e delle disponibilità. Un sistema che goda di questa proprietà viene detto scalabile. L´uso più tradizionale si riferisce alla capacità di un sistema informatico di incrementare le proprie prestazioni se ad esso vengono fornite nuove risorse (maggiore potenza di processore o processori aggiuntivi).
Riguardo il kernel Linux 2.6.38, Phoronix offre interessanti benchmark circa la sua scalabilità a fronte dell´aumento di core CPU e ne valuta la bontà di implementazione.
Il test viene fatto su un sistema composto di ASRock X58 SuperComputer motherboard, Intel Core i7 970 CPU, nVidia GeForce 9800GTX, 3GB di memoria DDR3 e HD SATA Seagate, su cui gira Ubuntu 10.04.2 LTS 64-bit (GNOME 2.30 desktop, X.Org Server 1.7.6, GCC 4.4.3 e filesystem EXT4).
Come si può vedere dai grafici del confronto, il kernel Linux gode di una eccezionale linearità di comportamento: man mano che aumenta il numero di core del sistema, allo stesso modo (proporzionalmente) aumentano le prestazioni generali del sistema, su tutti i test proposti (chiaramente non per tutti i task possibili può valere la regola).
Non esattamente ciò che accade per FreeBSD e OpenIndiana...