Non che ci sia di spiegarlo ancora, dopo anni di travagliate discussioni, ma
stavolta abbiamo un caso che indica in modo chiaro (e vorrei dire definitivo, almeno per me) quando sia importante la scelta del nome di un sito, di una azienda, di un marchio.
Come vi ho già anticipato in Benchmarking degli ecommerce italiani, su maisazi.com abbiamo in corso uno studio che vuol evidenziare le difficoltà nelle fasi di acquisto da parte di una persona che, con capacità medie di navigazione, non abbia mai avuto esperienze con i siti di commercio elettronico. Lo studio è sostenuto economicamente da due sponsor, Everywine.biz e Compagnia delle Puglie.
Scopo? Dato che solo il 5% degli italiani negli anni passati ha acquistato qualcosa on-line, è importante invogliare una parte del restante 95% e questo lo si può fare solo comprendendo fenomeni che vanno al di là degli aspetti tecnici legati al sito (comunque fondamentali).
Anche ad agosto abbiamo fatto il nostro acquisto di cui non sto a raccontarvi
la storia, che trovate sul post Acquisto on-line su Italian Wine Shop e mi concentro su un aspetto, legato all'argomento di questo post. Il nome del sito.
Gli acquisti sono stati due: uno da parte di Angela, utente navigatore di medie
capacità , non ha mai comprato on-line; il secondo è stato fatto da me, ovviamente in un momento diverso.
Adesso arriva la barzelletta.
Il primo vino che ho cercato, giuro, è stato il Sauternes, che
per chi no lo sapesse è un vino bianco muffato francese.
Adesso mi chiedo, come ho potuto cercare un vino francese su un sito che si
chiama Italian Wine Shop, su cui nulla fa pensare che ci possa essere un vino straniero e che per di più conoscevo già
per aver ricevuto vino in passato e per avere addirittura un blocco note in
cucina dove appunto tutto quello che mi serve?
Sì, lo so, state pensando che io sia un idiota e magari lo sono (gli
amici confermano :D ), però io non credo di esserlo poi tanto e solitamente
sono uno attento, per nulla distratto e che fa grande uso della sua parte razionale
della mente.
Eppure, è un fatto, ho proprio cercato questo vino. Intanto che lo facevo,
già Mariangela che mi registrava stava ridendo.
Ho a lungo riflettuto su cià che sia successo nella mia mente e non
mi sono dato risposte certe che tento di vendervi qui, sarà onesto. Perà
l'unico dubbio che mi viene è questo: è possibile che il nome
inglese, ripetuto mentalmente quasi senza farvi caso e senza interpretarlo,
come spesso facciamo per i termini stranieri, mi abbia impedito di metabolizzare
il concetto che si trattasse di una enoteca italiana?
Oppure, è possibile che il fatto che fosse un nome inglese, mi abbia
fatto automaticamente pensare ad una enoteca internazionale senza soffermarmi
sul Italian?
Che ne pensate?
[...rumore di fradefra che scappa per non sentire le risate di tutti quelli
che gli danno, giustamente, del fesso...]