Se sto leggendo un blog o una webzine, un quotidiano online o una rassegna stampa, molto probabilmente resisterà alla tentazione di stampare.
Trattasi infatti di testi solitamente piuttosto brevi, concentrati e sintetici, che non necessitano di un approfondimento, né tantomeno di revisioni, ponendoci in questo caso dalla parte di chi scrive.
Che dire invece di quei documenti ufficiali - un caso su tutti, i white paper - talvolta veri e propri libri di pixel, sui quali è necessario effettuare uno studio, un'analisi un confronto dettagliato con altri testi?
In quel caso, per me il tasto "stampa" è come una droga, sia come lettore che come autore. In sostanza, se il documento che sto leggendo o scrivendo supera un certo limite di pagine, non posso fare a meno di vederlo su carta.
Cerco di evitare gli sprechi stampando in fronte-retro... ma mi sento in ogni caso un complice del disboscamento selvaggio.
Quando avevo sentito dire - non eravamo ancora nel nuovo millennio - che la diffusione capillare del web avrebbe comportato un aumento dei volumi di carta stampata non sapevo se crederci o meno, oggi posso solo chiedermi se il mio rapporto tra web e stampante è un caso raro o faccio parte della media...