Che i tempi di rilascio abbiano assunto un importante valore di facciata per il software open source è assodato: basta guardare al successo dei rilasci prevedibili di Gnome, Ubuntu e Fedora, solo per citare i più noti.
Anche KDE 4 segue degli intervalli regolari tra una release e l´altra, anche se la cosa, a quanto pare, non sembra essere apprezzata da tutti gli sviluppatori che partecipano al progetto. Attualmente KDE 4 osserva un ciclo di sei mesi per le major release (4.0, 4.1 e così via) e secondo qualcuno questa forzatura sarebbe troppo artificiale.
In pratica non sarebbe naturale, né facile, far "respirare all´unisono" così tanti sviluppatori, soprattutto quando la data di rilascio si avvicina e bisogna convincere tutte le "pecorelle" a stabilizzare il codice invece di aggiungere nuove caratteristiche (e che si sappia: il bug fixing può essere estremamente frustrante).
Inoltre, proprio nel caso di KDE, c´è una discrepanza con i piani di rilascio delle librerie QT che vedono una nuova release ogni nove mesi. Discrepanza ulteriormente aggravata ora che Phonon, il framework multimediale di KDE 4, è parte integrante delle librerie sviluppate da Trolltech: in pratica si sa già che uno dei componenti di KDE 4 non potrà rispettare il ciclo semestrale fin qui pianificato.
Di ben differente avviso è Mark Shuttleworth, secondo cui tutte le distribuzioni e i software dovrebbero cercare di sincronizzarsi, come ribadito anche in un suo recente post. Un´idea che ha suscitato una sarcastica reazione da parte degli "amarokiani" che, almeno finora, hanno sempre seguito più l´anima che il calendario.
Certo è che i rilasci prevedibili hanno giovato molto all´immagine del software open source presso il grande pubblico: sapere quando avremo una nuova versione del software ispira una diffusa sensazione di affidabilità.