Secondo il Bollettino 2020 del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, ben il 60.4% dei profili professionali ricercati dalle aziende nel corso del 2020 avrebbero fatto riferimento al mercato dell'IT. Nello stesso periodo sarebbe stato osservato un notevole rallentamento dei programmi di assunzione da parte delle imprese con un calo del 30% rispetto all'anno precedente, in numeri assoluti tale fenomeno si sarebbe tradotto in circa 1.4 milioni di contratti di lavoro in meno anno su anno.
Nello stesso periodo, più del 40% delle imprese avrebbe investito in soluzioni che permettessero di accelerare i processi di Digital Tranformation, favorendo in particolare la spesa in strumenti per il digital marketing (+16% rispetto al periodo precedente l'emergenza COVID-19), lo smart working (+17%), le reti ad alta velocità, i sistemi Cloud based e le piattaforme per l'analisi dei Big Data (+10%).
Questa revisione dei modelli di business e degli asset produttivi si sarebbe tradotta in una richiesta per molti versi non soddisfatta di personale digitalmente skillato. Per contro, la maggiore ricerca di professionisti ad alta specializzazione avrebbe fatto da contraltare ad una diminuzione della domanda di figure intermedie.
Il gap tra domanda e offerta
Se da una parte oltre 6 ricerche di personale su 10 sarebbero state indirizzate al reclutamento di collaboratori con competenze digitali elevate, dall'altra un buon 30% di esse non avrebbe trovato alcun riscontro dal lato dell'offerta.
A tal proposito è utile segnalare che le figure tecniche correlate ai servizi digitali, come per esempio gli analisti e progettisti di software e i tecnici programmatori, si sarebbero rivelate particolarmente difficili da reperire e avrebbero riguardato circa 2/3 delle assunzioni programmate.
I titoli di studio più richiesti
Le lauree più richieste dal mercato del lavoro italiano sarebbero attualmente quelle a indirizzo economico, di ingegneria e indirizzate all'insegnamento e alla formazione.
Contestualmente però le difficoltà di reperimento si starebbero concentrando in particolare sui laureati nelle cosiddette discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), coinvolgendo ben il 46% dei candidati in tali indirizzi contro il 30% di tutte le altre lauree.
Stesso discorso per i diplomati, per i quali coloro che hanno conseguito un titolo di studio inerente l'Informatica sarebbero i più difficili da reperire insieme a quelli degli indirizzi agroalimentare e meccatronica.