Egan Orion propone per The Inquirer una riflessione tanto ovvia quanto intelligente: il cambio euro/dollaro è destinato ad influenzare pesantemente il ruolo di AdSense. All'inizio dell'anno, infatti, il rapporto tra le due monete era di 1.3 circa, mentre ora sfiora 1.5 con una differenza del 13% circa. Non bruscolotti, ma percentuali pesanti.
Se il dollaro perde potere, succedono due cose: ad una azienda europea converrà di più fare promozione su Google, perchè l'euro garantisce uno "sconto" rispetto al passato; parallelamente ad un editore europeo converrà di meno ospitare gli annunci promozionali Google, perchè il pagamento è in dollari e la forza dell'euro è in questo caso penalizzante.
Cià significa che per Google vi sono forti capitali europei potenzialmente in entrata, ma al tempo stesso AdSense potrebbe avere sempre meno spazi sui siti del vecchio continente. Soprattutto su quelli importanti, che macinano pagine, ed ai quali un 13% in meno non farà sicuramente piacere.
Si parla di teorie e di assunti basati su pochi elementi tanto per semplificare il ragionamento. Ma il sillogismo non fa una piega: se l'euro continuasse la sua corsa, per gli editori nostrani AdSense (che notoriamente fa la fortuna di pochi) potrebbe davvero diventare uno strumento sempre meno significativo. In un anno, per ora, è bruciato più del 10% del suo potenziale.
Ragionamento contrario: se diminuiscono gli spazi appetibili sui siti europei e parallelamente aumenta la domanda degli stessi, la teoria vorrebbe veder aumentato il costo. Il che rende meno appetibile AdSense, ma più utile AdWords. Per Google non è detto che sia per forza un effetto deleterio, ma sicuramente è qualcosa di cui tener pesantemente conto.