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IGDS 2014. Intervista a Roberto Andreoli, Direttore Technical Evangelism di Microsoft Italia

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Microsoft è tornata all'Italian Game Developer Summit, confermando il proprio impegno per gli sviluppatori, attraverso la formazione dei giovani e la condivisione delle esperienze. Dopo il workshop gratuito, che si è tenuto nel pomeriggio di sabato 25 ottobre, abbiamo intervistato Roberto Andreoli, Direttore Technigal Evangelism di Microsoft Italia. Ci ha parlato di come Microsoft supporta le startup che operano nel mondo gaming e dei benefici nel migrare sul Cloud di Microsoft Azure.

Come opera il gruppo di cui sei responsabile?
Insieme ai miei collaboratori ho l'opportunità di andare a raccontare come le tecnologie, in diversi ambiti, possono aiutare a realizzare un qualcosa: dall'azienda, al gaming, fino allo studente che vuole realizzare un progetto.

Focalizzandoci sul mondo del gaming, come e dove si sviluppa l'impegno di Microsoft?
Per iniziare a sviluppare un qualcosa non c'è età. Ovviamente bisogna avere le necessarie capacità d'utilizzo della tecnologia, ma non bisogna pensare che per sviluppare un gioco siano obbligatorie delle competenze elevate di programmazione.
Per esempio, organizziamo workshop nelle scuole, già partendo dalle medie, ovviamente con tool di sviluppo semplificati, come Kodu o Project Spark. Così, senza dover scrivere righe di codice o avere competenze da programmatore, posso permettere al ragazzo di entrare in un meccanismo di apprendimento: può capire cos'è un determinato evento o azione, come il gioco si deve sviluppare. In sostanza, gli insegniamo a programmare un'applicazione vera e propria in un “meta linguaggio” grafico.
Chiaramente facciamo una serie di attività per chi è più grande, e frequenta le scuole superiori e le università. Abbiamo progetti come Microsoft YouthSpark, dove affianchiamo lo studente, dandogli una serie di competenze informatiche di base, fornendogli l'accesso a corsi e training di formazione in quell'ambito. Arriviamo a progetti importanti, quelli di affiancamento alle startup, come visto oggi all'IGDS 2014. Si tratta del programma BizSpark, non orientato solo al gaming ma a tutte le startup e ai progetti d'impresa.
Aiutiamo chi ha un progetto d'impresa a creare i contatti con gli investitori piuttosto che a utilizzare gratuitamente le nostre tecnologie, come Visual Studio per sviluppare, sia come software installabili sia come accesso a tutte le nostre risorse sul Cloud.

Quindi seguite e indirizzate sia chi ha le idee sia chi ha le competenze nel mondo gaming?

Certo, ad esempio abbiamo un sito chiamato Microsoft Virtual Academy, che contiene tutta una serie di corsi e training di formazione gratuiti, in diversi percorsi tra cui il Game Development. Soddisfa le esigenze di chi è interessato a sviluppare in Visual Studio o in Construct, piuttosto che in Unity, o semplicemente capire le logiche di monetizzazione del software. Quest'ultimo aspetto è importantissimo, infatti, perché non basta essere bravi nel creare un software o un gioco, ma anche e soprattutto nel raggiungere la visibilità. O ancora, capire quali sono le logiche di vendita o di promozione: gioco gratuito, a pagamento, oppure free ma con una parte di “in app purchase”.
È necessario conoscere cosa è meglio fare, e la Microsoft Virtual Academy risponde a ogni domanda ed esigenza, sia per competenze tecnologiche sia in fatto di business.
Nella seconda parte del workshop, dedicata al segmento mobile, Erica Barone – Technical Evangelist di Microsoft Italia – ha parlato proprio delle tecniche di posizionamento strategico dei giochi negli store, condividendo alcune best practices in ambito di monetizzazione e promozione.

Chi partecipa alle vostre iniziative e ha talenti diversi, viene messo in contatto con gli altri per creare dei team ben assortiti?
Questo avviene già all'interno dello stesso BizSpark, con il team che partecipa “assemblato” sul momento. Chiaramente, la valutazione fatta dagli investitori non è solo sull'idea ma anche e soprattutto su quanto è solido il team. Noi lavoriamo cercando di fare al meglio il nostro mestiere, insegnare la tecnologia, poi con i nostri partner organizziamo queste iniziative per costruire team di successo che, una volta di fronte all'investitore, possa essere valutato nel giusto modo in ogni round di valutazione di una startup.

Quanto è difficile la strada e quanto è dura la selezione per chi vuole entrare in questo mondo?
Tutti possono realizzare un gioco mediocre, tanti possono fare un gioco buono, ma solo pochi riescono a creare un gioco buono e di successo. Dando per scontate le capacità tecnologica e di sviluppo, e la creatività e le idee che colpiscono il desiderio del consumatore, è necessario mettere in campo altre conoscenze che permettono di rendere visibile e far apprezzare un buon progetto. Il successo arriva quando ci sono una buona applicazione e una solida strategia di business, dell'azienda o della startup.

Da anni si parla di Cloud, come si propone la “nuvola di Internet” per il gaming, che opportunità può dare a una startup?
Se valutiamo le componenti di un gioco, rivestono una grande importanza la leaderboard, il multiplayer, la capacità di memorizzare dati e informazioni di più giocatori in giro per il Mondo, le notifiche su un dispositivo mobile. La memoria del dispositivo e la sua capacità computazionale non sono più sufficienti, né per gestire un multiplayer globale né per giocare online.
Abbiamo una serie di componenti che, se sviluppate in casa, avrebbero bisogno di investimenti importanti. Il Cloud rende democratico lo sviluppo dei giochi, non avendo bisogno di una grossa organizzazione alle spalle o di grandi risorse hardware (banda Internet, capacità di calcolo, ecc). Mi permette di concentrarmi sul gioco vero e proprio, su quello che è importante, sfruttando funzionalità e servizi in modo semplice. Tra questi ultimi ci sono quelli dedicati al mondo dei dispositivi portatili, chiamati Mobile Services, che permettono, ad esempio, di fare in modo semplice e intuitivo l'autenticazione sui social network. Microsoft Azure fornisce API native per connettere il gioco a Facebook o gestire la leaderboard o abilitare le notifiche.
Come accennato in precedenza, il Cloud mi permette al tempo stesso di sgravarmi di una serie di costi e pensieri – la democratizzazione – e di concentrarmi sulle cose di valore: sviluppare un gioco fruibile e godibile, creare dei contest al suo interno, implementare la funzione di “in app purchase”.
Per finire, è importantissima la scalabilità delle soluzioni e dei servizi integrati: il Cloud è elastico e dinamico, adattandosi alle diverse dimensioni di chi lo sfrutta, dalla piccola startup alla grande organizzazione.

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