IBM non ha dubbi: il nemico da battere è Microsoft. E per farlo sceglie la via del virtuale, con una soluzione dedicata alle aziende e basata su Ubuntu. È infatti caduta sulla distribuzione di Canonical la scelta per la base del Virtual Linux Desktop. Si tratta di un sistema Linux a tutti gli effetti che invece di girare in locale viene fatto funzionare su un server centralizzato da cui viene poi distribuito sulle postazioni delle aziende.
A gestire la virtualizzazione ci pensa VERDE (Virtual Enterprise Remote Desktop Environment) prodotto da Virtual Bridges, famosa per il suo Win4Lin.
IBM è convinta che grazie all´utilizzo di Linux sia possibile risparmiare in licenze tra i 500$ e gli 800$ all´anno per ogni postazione, una cifra a cui bisogna aggiungere anche quasi 300$ medi di risparmio sugli aggiornamenti hardware necessari per venire incontro alle richieste di Vista.
A completare il quadro ci pensano i prodotti della suite Lotus. Oltre ai già diffusi Lotus Notes e Lotus Sametime, viene proposta anche Lotus Symphony, che altri non è che una rielaborazione di OpenOffice da parte di IBM.
Come già detto, Big Blue punta dritto a erodere lo strapotere di Microsoft nelle aziende. Anche Canonical, per bocca del suo vice presidente Malcolm Yates, si dice fiduciosa a tal proposito:
Mettendo insieme Ubuntu con le applicazioni Open Client [software di collaborazione, di cui fanno parte anche Notes e Sametime, ndr] di IBM possiamo rompere completamente la dipendenza da Microsoft e ridurre significativamente il costo totale.
I prezzi vanno da 59$ del pacchetto base per singola postazione, di cui 10$ vanno a Canonical, fino a 258$ per il pacchetto comprensivo di tutto il software Lotus. Resta solo da vedere se l´offerta di IBM sarà economicamente allettante, e sufficientemente interessante per convincere le aziende ad abbandonare Microsoft.