Si avvicina l'appuntamento con l'helpful content update, prossimo aggiornamento dell'algoritmo di Google. In merito a quest'ultimo sono state formulate diverse illazioni nonché previsioni "catastrofiche" relativamente ai possibili effetti del suo lancio sul posizionamento di pagine e siti Web.
Ma quali saranno le reali conseguenze di quello che potrebbe essere il più rilevante intervento del motore di ricerca in favore dei contenuti originali? Cerchiamo di rispondere a questa domanda facendo riferimento a quanto comunicato dalla stessa azienda di Mountain View.
Helpful content is the king
In linea generale l'helpful content update dovrebbe riportare il focus sul cosiddetto people-first content, quindi sui contenuti scritti per fornire informazioni utili agli utenti. Da questo punto di vista vi potrebbe essere una penalizzazione dei contenuti pensati nativamente per i motori di ricerca, soprattutto quelli che non fanno altro che mettere a disposizione informazioni già reperibili presso altre fonti.
In un'ottica SEO Google suggerisce di prepararsi a quanto starebbe per avvenire ponendosi alcune domande tra cui:
- il sito che si gestisce ha un pubblico che potrebbe trovare utili i contenuti pubblicati?
- Le risorse condivise sono "di prima mano"?
- Qual è la finalità primaria del sito Web (se esiste)?
- Gli utenti capiranno di aver trovato quello che cercavano dopo la lettura dei contenuti offerti?
Insomma l'helpful content, o il people-first content, sarà al centro di questo aggiornamento è appare abbastanza chiara l'intenzione di marginalizzare quelli che sono invece i contenuti search engines first.
Le pratiche da evitare
Per capire se la propria strategia SEO necessita di essere rimodulata in vista dell'update si deve quindi tenere conto di una serie di pratiche che potrebbero essere penalizzate.
Tra queste ultime troviamo sicuramente:
- i contenuti prodotti tramite sistemi automatizzati (o AI generated);
- la riproposizione in forma differente di risorse altrui senza alcun contributo originale utile;
- le risorse che offrono una UX limitata costringendo gli utenti ad ulteriori ricerche;
- i contenuti pubblicati esclusivamente per cavalcare un determinato trend;
- i contenuti in cui appare evidente l'uso di un determinato numero di parole perché ritenuto gradito a Google;
- le informazioni riguardanti argomenti di nicchia non supportate da competenze sul tema proposto;
- i post in cui si promette di rispondere ad un determinato quesito senza poi fornire alcuna informazione utile;
- i contenuti pensati in primo luogo per attrarre le persone dai motori di ricerca.
Cosa ci aspetta
L'helpful content update non riguarda per il momento il Web italiano ma solo quello in lingua inglese e, come è noto, gli aggiornamenti degli algoritmi di Google impiegano spesso mesi per generare effetti visibili.
La sua azione potrebbe però risultare presto evidente e per prepararsi potrebbe essere utile eliminare da un sito Web tutti i contenuti palesemente inutili o i semplici sommari di risorse di terze parti.
L'aggiornamento sarà naturalmente basato su un modello di Machine Learning appositamente addestrato per distinguere qualsiasi people-first content dai contenuti creati unicamente per forzare il posizionamento.