Google ha comunicato che presto migliorerà il proprio sistema di storage dei sorgenti, attualmente basato su Subversion, aggiungendo anche il supporto a Mercurial.
La notizia del colosso di Moutain view arriva quasi inaspettata. Tuttavia, essa conferma un trend che si sta affermando nel mondo Open Source. Tutti i più grandi progetti stanno lentamente abbandonando Subversion e stanno passando ad un nuovo Distributed version control systems (DVCS). I sistemi di hosting dei sorgenti e dei progetti, invece, stanno affiancando a Subversion delle alternative.
Si tratta fondamentalmente di un fenomeno che ciclicamente si ripete più o meno per tutti i progetti. Infatti, con l´evolvere della complessità progetto evolve di pari passi il sistema di hosting e gestione dei sorgenti, in modo da offrire nuove funzionalità e potenzialità di espressione agli sviluppatori. In passato si è già osservato qualcosa di simile quando tutti i progetti Open Source hanno abbandonato CVS in favore di Subversion.
Oggi, tuttavia, la situazione è diversa. Il sostituto di Subversion non è un tool universalmente accettato da tutti, ma ciascun progetto sta scegliendo per lo più uno dei seguenti tre: Bazaar, Git e Mercurial. Sembra ovvio, quindi, che chi come Google offre un servizio di hosting dei sorgenti debba ampliare l´offerta.
Il Kernel Linux utilizza Git, appositamente creato da Linus Torvalds per venire incontro alle esigenze di sviluppo. I progetti Gnome e Perl utilizzano Git. MySQL e Ubuntu usano Bazaar. Mozilla e Python usano Mercurial. SourceForge, un servizio per molti versi simile a quello di Google, ha recentemente deciso di supportare oltre a Subversion anche gli altri tre: Bazaar, Mercurial e Git.
Google fa sapere che la decisione è stata presa valutando attentamente tutte le opzioni. Alla fine di una prima analisi le alternative possibili si erano ridotte a due: "Mercurial e Git". Alla fine si è optato per Mercurial, e uno dei fattori che ha determinato questa scelta e la bassa curva di apprendimento di questo tool.
L´introduzione di Mercurial in Google Code avverrà gradualmente e non interesserà tutti i progetti. Ad oggi è già possibile accedere ai primi progetti importati, anche se un supporto completo richiederà del tempo. Questo perché uno degli obiettivi di Google è quello di integrare Mercurial col proprio sistema di storage chiamato "Bigtable", lo stesso utilizzato da progetti come Google Earth, Google Finance e GMail.