Abbiamo dovuto aspettare quasi quattro release, ma alla fine Google ha mantenuto le promesse e rilasciato Chrome 4.0 Beta per Linux. Lo sbarco ufficiale del browser Web di Google sul pinguino si accompagna all´apertura ufficiale (anche questa in beta) del canale delle estensioni (sono 300 quelle già disponibili), portando finalmente Chrome e il suo gemello open Chromium a poter guardare Firefox dritto negli occhi.
L´installazione di Chrome 4.0 beta avviene sulle principali distribuzioni con pochi click. Google ha preparato dei pacchetti DEB e RPM sia per architetture a 32bit che a 64bit. I pacchetti provvedono inoltre ad inserire tra le sorgenti di aggiornamento del sistema il repository di Google Chrome, con il risultato che il browser viene aggiornato grazie ai meccanismi previsti dalla distribuzione.
L´unico accorgimento in fase di installazione riguarda la presenza di una eventuale precedente build di sviluppo. Se abbiamo provato le versioni di sviluppo di Chrome 4.0 su Ubuntu, ad esempio, scaricare il pacchetto della Beta non è sufficiente ed è meglio procedere attraverso Synaptic. Un update delle sorgenti software segnalerà nell´elenco dei pacchetti la presenza di Chrome Beta: a questo punto basta installare questo pacchetto e il sistema provvederà a disinstallare la release di sviluppo e lo scaricamento manuale del pacchetto diventerà addirittura superfluo.
Oltre all´aspetto meramente tecnologico, può essere interessante discutere quali saranno le implicazioni più "politiche" dell´arrivo ufficiale di Google Chrome su Linux. Per costituzione, l´utenza Linux è sempre sempre più rapida ad accettare i cambiamenti rispetto agli utenti degli altri sistemi. Inoltre la rosa di browser disponibili su Linux è ridotta rispetto alla stessa tipologia di software che si può trovare per Mac o per Windows e il "nuovo" (gli apici sono d´obbligo in questo caso) browser ha tutte le carte in regola per sedurre una buona fetta di utenti per cui prima non esisteva praticamente altra scelta che Firefox.
Non è escluso, inoltre, che Google possa stringere accordi con i produttori per inserire il proprio browser direttamente nelle distribuzioni, che se anche non ricevessero tali proposte resterebbero libere di compilare e distribuire Chromium, che a differenza di Chrome è completamente open source.
Non è del tutto fuori luogo chiedersi: il finora indiscusso primato di Firefox su Linux potrebbe essere messo in discussione dalla stessa società che sorregge le finanze di Mozilla e che per Linux ha sempre avuto un occhio di riguardo? Ai posteri e ai nostri lettori l´ardua sentenza.
Ai nostri lettori anche un breve fumetto realizzato da Google per l´occasione e nascosto tra i link dell´annuncio ufficiale.