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Google abbandona Ubuntu per Debian

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Da Mountain View arriva la notizia che il team dei sistemisti di Google ha iniziato il processo che porterà alla la migrazione da Ubuntu a Debian come sistema operativo di riferimento per l'engineering environment interno. L'azienda californiana utilizzava infatti da diversi anni una versione personalizzata di Ubuntu, chiamata Goobuntu, per le proprie macchine dedicate ai developer o, comunque, per i propri ambienti di lavoro.

Non si tratta di una novità inattesa, la roadmap iniziale del progetto è infatti arrivata alla stampa nel corso della Debconf 17, l'annuale meeting della community di sviluppatori Debian, che si è tenuto ad agosto 2017 presso Montréal, in Canada.

L'obbiettivo del team di Google è quello di una transizione graduale e ben strutturata. La procedura è stata avviata durante questa settimana e vedrà l'azienda californiana abbandonare l'Ubuntu Advantage Program per abbracciare la community Debian, diventando un contributor in piena regola.

Se necessario saranno inviate anche della patch in upstream, collaborando quindi con il team della distribuzione universale per risolvere bug di sicurezza o, magari, per introdurre nuovi pacchetti e funzionalità.

Big G si è dunque svincolata da un accordo commerciale con Canonical, rendendosi più autonoma da questo punto di vista. Del resto le risorse dell'azienda statunitense le permettono di affrontare questa operazione senza particolari problemi, anche se tale scelta rappresenta una grossa perdita per il gruppo fondato da Mark Shuttleworth che, comunque, rimane un partner commerciale importante per migliaia di azienda sparse in tutto il Mondo.

Debian è già stata adottata da una buona parte di progetti open source, viene ad esempio utilizzata dalla Raspberry Pi Foundation come sistema consigliato per le proprie single board ARM. La scelta di Google non è ovviamente stata frutto del caso, probabilmente è stata invece ponderata osservando il successo della distribuzione nella community del software libero e aperto nonché negli ambienti aziendali che basano i propri processi di business su di essa.

Via The Inquirer

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