Non ha bisogno di troppe presentazioni, poiché uno dei software open source dedicato all'editing grafico più popolari: GIMP è una soluzione scelta sia dai neofiti che dai professionisti, in sostituzione di suite ben più blasonate. Eppure il passaggio dai classici software commerciali a questa alternativa potrebbe non essere dei più semplici; in relazione a Photoshop, ad esempio, potrebbero esservi varie differenze di primo acchito tutt'altro che agevoli. È possibile, tuttavia, rendere l'esperienza d'uso di GIMP più affine al classico workflow di Adobe?
La risposta è affermativa, anche se richiede un piccolo impegno iniziale: sarà necessario, infatti, modificare delle opzioni dell'interfaccia, caricare eventuali plugin e organizzare gli strumenti nello spazio in un'ottica affine a quella di Photoshop.
Di seguito qualche consiglio, sottolineando come il riferimento preso per questo intervento sia Photoshop CC, quindi con un'interfaccia di base scura.
Tema
La prima grande differenza tra Photoshop CC e GIMP, così come già accennato, è sui colori dell'interfaccia. Adobe ha da tempo sposato uno schema nero e grigio scuro per i suoi software, poiché uno sfondo nero aiuta a lavorare sulle fotografie, garantendo un maggior risalto dei colori. GIMP, invece, vede una classica interfaccia bianca o grigio chiaro, a seconda del sistema operativo in uso.
Per modificare il tema di default, è sufficiente recarsi alla voce "Preferenze" del menu principale del software, dopodiché selezionare "Tema" e scegliere uno di quelli proposti. Qualora un tema scuro non fosse presente, esistono diversi template online da scaricare, da posizionare poi nella cartella d'installazione del software. Uno fra i più popolari è PrudenceDark, facilmente rintracciabile sui motori di ricerca.
Finestre multiple
Come impostazione di base, GIMP vede la suddivisione dello spazio in finestre multiple: ve ne sarà una per la barra degli strumenti, per il layer di lavoro, per l'area livelli e via dicendo. Photoshop, invece, da anni opta per una user interface unificata, su finestra singola.
Ottenere lo stesso risultato con GIMP è decisamente semplice: basta attivare la voce "Modalità a Finestra Singola" dal menu "Finestre". L'interfaccia verrà uniformata e somiglierà maggiormente a quella della suite Adobe.
Livelli e altre personalizzazioni
Il software open source, come impostazione di base, mostra una linea tratteggiata di contorno a ogni singolo livello sul foglio di lavoro. Per un utente che proviene da Photoshop, tuttavia, questa impostazione potrebbe generare confusione, perché relativa nella suite Adobe alle funzioni di selezione. Per disattivarla, è sufficiente entrare nelle "Preferenze", scegliere il pannello "Finestre Immagine", quindi "Aspetto" e dopodiché rimuovere la spunta a "Mostra Contorno Livello".
Qualora si fosse abituati alle scorciatoie di tastiera tipiche di Photoshop, è possibile istruire GIMP affinché faccia ricorso ai medesimi percorsi. L'operazione è abbastanza accessibile su Linux e Windows, dove facile è accedere alla cartella d'installazione del software, mentre su Mac serve qualche step in più, tramite le cartelle "Libreria", sia utente che di sistema.
Quest'ultima potrebbe risultare nascosta nelle ultime versioni di OS X, quindi occorrerà preventivamente abilitare la visualizzazione dei file oscurati. Ci si procuri dal web, ad esempio da freeshell.org, il file "ps-menurc”: si tratta di una raccolta di stringhe con gli shortcut tipici di Photoshop. A questo punto, ci si rechi nella cartella di GIMP, si rinomini il file "menurc" presente in "menurc-backup" e si copi quello da poco scaricato.
Quest'ultimo dovrà essere a sua volta rinominato in "menurc", dopodiché basterà riavviare il software.