Che succede?
Ogni volta che sento il termine “offering”, mi viene come un blocco intestinale, al punto da star quasi male. Quando poi lo vedo scritto, è anche peggio. Perché usare questo termine, quando abbiamo i nostri, altrettanto validi?
Ho deciso di incatenarmi davanti a Palazzo di Montecitorio, per protestare contro l’uso di frasi tipo “Il nostro offering prevede servizi di….”
Tenterà di avere le firme per presentare una petizione in Parlamento e convincere qualcuno a sostenere una legge che vieti lÂ’uso di tale forma sui documenti e sul web.
Perché noi vecchiacci dobbiamo per forza imitare i giovani, malamente, in quelle cose che loro fanno bene? Il “kiamami” ed il “Ci 6?” sono spiegate dallÂ’evoluzione del linguaggio, dalla concisione, dallÂ’espressività immediata. “Offering”, invece, è giustificato solo dal nostro desiderio di far sfoggio di qualcosa, come se non avessimo altro da offrire. Siamo più “fichi” se usiamo questi termini?
Qualcuno di voi ha voglia di firmare? Mi aiutate?
Se siete progettisti web, rifiutate il lavoro se il vostro cliente vuol farvi inserire “offering” sul sito, a costo di morire di fame.
Se siete convivente/coniugato con un web designer, mandatelo in bianco sino a che non rinuncia allÂ’uso del termine.
Se siete figli di qualcuno che usa questa espressione, negategli il bacio mattutino, sino a che non abbia cessato lÂ’uso, per almeno sei mesi.
Se siete colleghi di qualcuno che “offereggia”, ditegli di smettere.
Se siete simpatizzanti, passate questo post a chi amate (senza “spammare” e senza catene di SantÂ’Antonio) e voi passate a darmi qualcosa da mangiare, mentre me ne sto lì al freddo, incatenato al palo.
[Â…rumore di Fradefra che si sistema, per trascorrere al freddo le prossime nottiÂ…]
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Voce fuori campo: Ringrazio uno dei nostri utenti, Orlando Belletti di Tribal-Art, per avermi realizzato il fumetto. Povero!Â…. Ormai da anni mi segue nelle mie scorribande, eseguendo tutte le mie strambe richieste grafiche.
