I componenti hardware presenti nei dispositivi mobili permettono di creare App che siano coscienti del contesto fisico in cui l´utente si muove. La comunicazione senza fili su brevi distanze ha già dimostrato quanto questo possa essere utile, ma ora Google vuole rendere più efficiente e flessibile tutto ciò proponendo un nuovo standard aperto, Eddystone.
Il progetto prende il nome da un noto faro eretto vicino Plymouth, costa sud dell´Inghilterra, e l´analogia vuole sottolineare come una comunicazione formalizzata secondo le linee guida di Eddystone permetterà di orientare sempre meglio la navigazione dell´utente nel mondo reale. Lo standard proposto contempla un nuovo formato di beacon BLE (Bluetooth low energy).
A tal proposito Big G dichiara di aver fatto tesoro delle precedenti esperienze nel settore e ciò ha permesso di concepire nuovi approcci per superare i limiti degli attuali beacon, soprattutto riguardo tre aspetti:
- adattamento al maggior numero di utilizzi possibile: il formato aperto permette di specificare informazioni che rendano i beacon impiegabili in ogni possibile caso d´uso. Oltre tutto supportano il versioning in modo da permettere un´agevole integrazione di nuove caratteristiche;
- implementazione cross-platform: Big G non vuole creare uno standard limitato ad Android, anzi lo renderà disponibile per ogni sistema operativo in modo che gli hardware che emettono i beacon possano confidare nella loro comprensione da parte di ogni dispositivo mobile;
- sicurezza: a questo proposito è stata introdotta una caratteristica molto importante, degli identificatori noti come EID (Ephemeral Identifiers) che, cambiando frequentemente, permettono solo ai client autorizzati di accedere alla comunicazione nonostante i beacon siano intercettabili da qualunque dispositivo Bluetooth Smart.
Per quanto riguarda gli sviluppatori, essi avranno a disposizione due nuove API. Le prime, Nearby API, sono finalizzate alla comprensione del contesto: i dispositivi potranno ricevere informazioni riguardanti l´ambiente circostante, per capire, ad esempio, se l´utente si trova presso una particolare fermata dell´autobus o in un certo museo. Le seconde, Proximity Beacon API, hanno lo scopo di permettere l´associazione tra posizione (individuata con coordinate terrestri) e dati associati ai beacon memorizzati nel Cloud.