Una delle ragioni per cui Telegram viene utilizzata attualmente da circa mezzo miliardo di utenti risiede nel fatto che essa è considerato un'applicazione per la messaggistica istantanea sicura e attenta per quanto riguarda il rispetto della privacy.
Tutte le comunicazioni vengono protette tramite crittografia end-to-end e i suoi sviluppatori non fanno capo ad un'azienda che sfrutta i dati dei propri iscritti per campagne di marketing e finalità legate alla monetizzazione.
I rischi per la privacy
Telegram però è stata anche al centro di numerose polemiche, basti pensare a come in Italia sia diventata una piattaforma di riferimento per la vendita di Green Pass falsificati, alle numerose violazioni del copyright operate attraverso i suoi gruppi e ai diversi episodi che hanno visto gli utenti condividere foto anche intime di altre persone senza la loro autorizzazione.
Non di rado le vittime di queste attività sono state oggetto di molestie, minacce e ricatti, soprattutto quando oltre alle loro foto vengono diffusi altri dati personali come i numeri di telefono, le email e gli indirizzi di residenza.
Si tratterebbe di un fenomeno molto più ampio di quanto non si potrebbe pensare e la possibilità di creare bot non avrebbe fatto altro che aggravarlo, lo dimostrerebbe il fatto che a volte gli amministratori dei gruppi al centro delle azioni illecite richiederebbero l'invio di immagini e video verso degli account automatici, in questo modo identificare i mittenti diventerebbe particolarmente complesso.
La crittografia end-to-end è poi limitata alle comunicazioni tra due utenti, nel caso dei gruppi i messaggi non sono cifrati e questo espone i contenuti veicolati dagli interlocutori a rischi facilmente intuibili. In Telegram manca una policy appositamente dedicata alla condivisione non consensuale di immagini intime, cosa che contribuirebbe a creare un clima di sostanziale insicurezza.
Un'App per gli estremisti?
Telegram non presenterebbe soltanto problematiche legate al cyberbullismo, alle molestie e alle violazioni della privacy e sembrerebbe essere diventato un vero e proprio megafono per le posizioni più estremistiche.
A questo proposito la autorità tedesche avrebbero segnalato la circolazione di diversi contenuti legati a teorie cospirazionistiche, l'hate speech, l'anti-vaccinismo, il complottismo e le fake news in generale.
Nello stesso modo in Brasile si starebbe indagando su quelli che potrebbero essere stati gli effetti dell'uso di Telegram sull'esito delle ultime elezioni presidenziali.
Sul fronte del cybercrime si starebbero infine diffondendo gli episodi che vedrebbero Telegram trasformarsi in un vero e proprio mercato dei dati personali e di contenuti piratati. Questo per non parlare delle numerose condivisioni finalizzate unicamente alla diffusione di malware tra i dispositivi dell'utenza.