In questi anni Debian ha ottenuto la nomea di "distribuzione per esperti" ma è corretto affermare che Debian sia una distro complessa? Debian è realmente dedicata ad un specifico target di utenti? In realtà, anche grazie ad Ubuntu, la famosa "distribuzione universale" è divenuta molto semplice ad installare e da utilizzare, i tool che implementa, come il suo installer, facilitano enormemente il processo di installazione automatizzando il più e lasciando all'utente il semplice inserimento dei dati iniziali.
È ovviamente ancora disponibile un'installazione per "utenti esperti", da shell, che consente una personalizzazione molto più profonda del sistema in fase di installazione. Dunque Debian è teoricamente utilizzabile da tutti gli utenti e non si rivolge ad un target specifico, al contrario di altre distribuzioni come Gentoo o Arch Linux che sono dedicate ad una fascia di utenti ben precisa.
Debian gode inoltre di un sistema di gestione dei pacchetti solido e ben strutturato, APT (Advanced Packaging Tool). APT è in grado di gestire le dipendenze in fase di installazione e rimozione di software, inoltre, ha la particolarità di sfruttare contemporaneamente diverse sorgenti (FTP, HTTP, CD, DVD e HDD/SSD), di gestire autonomamente varie distribuzioni di pacchetti e di permettere velocemente l'aggiornamento del sistema operativo ad una particolare versione della distribuzione.
Negli anni sono poi nate diverse GUI dedicate ad APT dunque è possibile utilizzarlo anche senza aprire la shell. I pacchetti gestiti da APT, i .deb, sono diventi lo standard di riferimento per il panorama delle distribuzioni Linux e oggi la maggior parte dei progetti software pacchettizzano in .deb i loro applicativi.
Debian si divide in 4 rami di sviluppo: "Stabile", "Testing", "Unstable" (Sid) ed "Experimental". Questa divisione permette all'utente di selezionare il livello di aggiornamento dei pacchetti e di scegliere se avere l'ultima versione di un software/libreria, ma con una possibilità più alta di trovare bug imperfezioni, oppure restare sulle versioni più rodate di un programma in modo da avere un sistema più stabile e affidabile.
Con questa impostazione non è necessario aspettare una nuova versione stabile per ottenere nuovi update, mentre chi è interessato ad un sistema più maturato e duraturo può optare per i rami più stabili. C'è anche la possibilità di effettuare un'operazione di APT-pinning cosi da poter rimanere in un determinato ramo ma installare (e tenere aggiornati) determinati pacchetti da un altro ramo. Quest'opzione si rivela molto utile in caso di bug che impediscano il buon funzionamento di un pacchetto specifico e, dunque, è necessario effettuare un upgrade o un downgrade.
Tutto questo può essere fatto tramite una GUI come synaptic, quindi anche l'utente inesperto può eseguire operazioni molto complesse senza troppo problemi.
Altro punto di forza di Debian è la sua community che è una delle più grandi del panorama Linux, è dunque semplicissimo trovare aiuto e guide online. Inoltre, essendo Debian alla base di un grande numero di derivate e fork, ha la capacità di influenzare notevolmente il mondo Linux. Quando il suo consiglio direttivo scelse per esempio di adottare systemd come sistema di init, anche Ubuntu decise di eseguire la transizione abbondando il suo storico progetto Upstart.
Via Datamation