Nonostante il binomio GNU e Linux sottintenda una lunga serie di distribuzioni volta ad abbracciare la filosofia FLOSS, la Free Software Foundation è da sempre stata alquanto restrittiva su quelle non del tutto free, sia per via dei firmware inclusi nel kernel che per il software closed source spesso non sostituibile da controparti open.
Debian, storica distribuzione costituita essenzialmente da free software, secondo quanto stabilito dal Social Contract (nonostante i repository contrib e non-free abbiano componenti closed o licenze non riconosciute da tale contratto), ha un nuovo obiettivo: diventare una delle distribuzioni accettate formalmente dalla fondazione di Richard Stallman.
Stefano Zacchiroli, Project Leader per la terza volta consecutiva, in un lungo messaggio sulla mailing list devel-project segnalato da The H Online, spiega il lavoro compiuto finora dal team. Con Debian Squeeze, rilasciata nel 2010, sono stati rimossi i firmware non-free dal kernel standard installato con la distribuzione; ma nonostante tale rilascio sia stato ben visto della FSF, sembra non essere stato un passo sufficiente.
John Sullivan, il direttore esecutivo della FSF, ha infatti affermato che il motivo per cui la distribuzione non si trovi tra quelle "certificate" è la separazione non chiara tra il repository principale e i contrib/non-free. Così risponde Zacchiroli:
A questo punto della storia, e secondo la FSF, l´assenza di Debian dalle distribuzioni libere è la separazione non chiara tra il repository main di Debian e contrib/non-free. Come progetto, affermiamo che si tratti di una separazione chiara: si trova nei nostri Foundation Documents ed è la motivazione dietro il lavoro che facciamo quotidianamente. Ma il diavolo sta nei dettagli.
Ciò che propongo è fondamentalmente un approccio graduale nel verificare se tutti i restanti problemi che causano attriti tra Debian e FSF possano essere risolti nella maniera tipica di Debian.