Ubuntu Phone è stato uno dei progetti mobile più seguiti degli ultimi anni, il suo fallimento non porta però soltanto delusione e amarezza nella community di appassionati, ma può rappresentare un ottimo "caso di studio" per l'intero ecosistema open source. Non si tratta del primo progetto libero e aperto a non produrre gli esiti desiderati, ma quali sono state le cause di questo risultato? Perché altre piattaforme come Android hanno invece avuto successo?
Come spesso accade il problema principale sta nei tempi di sviluppo e nella mancanza di "killer feature" e "killer application". Ubuntu Phone infatti non godeva dello stesso parco applicazioni dei suoi concorrenti e quelle che presentava spesso non venivano aggiornate adeguatamente, il supporto di terze parti era minimo e tutto si basava sul lavoro di Canonical e dei suoi volontari.
Ubuntu Phone non rappresentava solo un mero "porting" di Ubuntu sulla piattaforma ARM, era stato infatti avviato uno sviluppo dedicato di diversi componenti:
- un nuovo desktop environment (Unity 8/Ubuntu Touch);
- un nuovo packaging & container system (Snappy);
- un nuovo display server (Mir);
- un nuovo store dedicato;
- nuove API e relativo SDK.
Inoltre Canonical era riuscita a costruirsi una solida partnership hardware con varie aziende cinesi. In pratica si trattava di un progetto pensato per essere completo e a lungo termine. Tuttavia i lunghi tempi di sviluppo e il mancato supporto esterno da parte dei developer, che è a dir poco vitale oggi, hanno decretato l'insuccesso di Ubuntu Phone.
Uno dei primi errori fatti da Canonical è stato quello di permettere il rilascio di device con un sistema non ancora realmente completo. Se un tempo questo poteva passare inosservato, oggi l'utenza è stata abituata a standard decisamente più alti, anche il classico smartphone "low cost" ormai monta un sistema operativo di tutto rispetto con componenti al top, basti pensare ai device di Xiaomi o di Meizu.
Altro grande errore da parte di Canonical è stato focalizzarsi sul fattore "convergenza". Per chi si affaccia al mercato mobile per la prima volta puntare ad una convergenza tra interfaccia utente e codice può essere sconveniente, se il team di Ubuntu si fosse concentrato sul creare del codice stabile per device ARM avrebbero ottenuto probabilmente un sistema maturo in tempi più brevi, e senza dover tediare l'utenza con anni e anni di attesa per un sistema usabile.
Dunque ecco perché Canonical ha fallito dove Google con Android hanno vinto. Google aveva però dalla sua parte un mercato ancora molto giovane, dove alcuni "errori" oggi imperdonabili potevano passare inosservati.
Via Network World