E' convinzione abbastanza comune che nel breve periodo l'AI, la robotizzazione e l'automazione dei processi di business finiranno per generare un impatto negativo sugli attuali assetti occupazionali, sostituendo gli esseri umani in diversi ambiti e costringendo ampie fasce di popolazione a reinventarsi e ad aggiornare le proprie competenze.
L'AI può essere però anche un'alleata nella ricerca del lavoro più adatto alle proprie capacità e aspirazioni, cerchiamo di capire in che modo.
Job search, un confronto con il dating online
In un suo recente contributo per Fast Company, il fondatore e CEO del job board Lensa Gergo Vari descrive il funzionamento delle AI dedicate al recruiting tramite un confronto con le piattaforme per il dating online come Tinder.
Esattamente come quest'ultima analizza i profili in base alle caratteristiche degli iscritti e individua i dati utili per semplificare gli incontri tra gli utenti, gli algoritmi deputati alla selezione del personale cercano di incrociare domanda e offerta in base alle informazioni messe a disposizione dai candidati tramite i loro C.V. e le loro interazioni.
Un messaggio su Tinder potrebbe ricevere una risposta o venire ignorato, nello stesso modo un'azienda potrebbe rispondere positivamente o meno al feedback di un candidato e viceversa, queste dinamiche producono dei dati che permettono di generare profilazioni sempre più precise.
Chi è alla ricerca di un lavoro non viene più selezionato per determinate posizioni soltanto in base alla skill lavorative possedute ma anche in relazione alle sue aspirazioni.
AI e umanizzazione del job search
Si preferisce lavorare nei pressi della propria abitazione? Dalla propria abitazione? In un ufficio? All'interno di un team e in presenza o in smart working? Rispondendo a queste domande è possibile sfruttare la capacità proattiva dell'AI che sarà in grado di escludere le posizioni che non coincidono con le aspirazioni di un candidato.
Si tratta di un passo in avanti notevole rispetto al tradizionale meccanismo che vede chi è alla ricerca di un lavoro effettuare query su Google basate su termini che rischiano essere estremamente generici.
L'accuratezza degli algoritmi nell'analisi dei profili permette anche di limitare il verificarsi di falsi positivi, i candidati ricevono suggerimenti per posizioni in grado di generare le maggiori performance in termini di corrispondenza tra domanda e offerta e questo si traduce, almeno in potenza, in minori perdite di tempo e in un minor numero di aspettative deluse.
I vantaggi dell'AI nel rendere più efficace la ricerca di lavoro deriva in particolar modo dalla capacità di quest'ultima di utilizzare criteri multidimensionali per l'individuazione di corrispondenze tra aziende e profili.
Paradossalmente gli algoritmi sono quindi in grado di "umanizzare" un settore dove fino ad ora le competenze erano (anche comprensibilmente) l'unico fattore determinante per l'incontro tra domanda e offerta, introducendo fattori come le aspirazioni e le preferenze personali tra i criteri di selezione.