Continua l'ascesa di Nginx come Web server alternativo a soluzioni Open Source (Apache) e commerciali (Microsoft Internet Information Services) più conosciute; ad oggi si stima che circa 140 milioni di siti Internet venga gestito tramite questo engine/reverse proxy e che poco meno del 40% dei mille siti Web più trafficati della Rete basi il proprio funzionamento su di esso. Risultati che avrebbero spinto il team del progetto ad integrare nuove features, alcune delle quali appositamente dedicate a JavaScript.
Nginx nasce dall'esigenza di colmare alcune lacune (ma i suoi sviluppatori parlano più precisamente di "debolezze") presenti in Apache nella gestione di realtà ad alto traffico, nonché di fornire un Web server più scalabile di quest'ultimo che fosse in grado di gestire migliaia di connessioni senza deterioramenti del servizio. Quale potrebbe essere il ruolo di JavaScript nel miglioramento della piattaforma implementata da Sysoev e soci?
L'idea dovrebbe essere in pratica quella di utilizzare JavaScript come application language per Nginx, sostanzialmente vi dovrebbe essere presto l'opportunità di incrementare le possibilità di adottare il linguaggio inserendolo direttamente nella configurazione dell'engine tramite degli snippets; in questo modo si potrebbero utilizzare delle porzioni di codice JavaScript per rendere più efficienti determinate procedure, come per esempio quelle finalizzate alla gestione delle richieste o alla manipolazione delle risposte.
A tal proposito è importante ricordare che Nginx prevede già oggi il supporto di Perl e Lua come application languages, il primo tramite un model implementato internamente, il secondo grazie ad un model di terze parti; se la road map attualmente prevista dovesse essere rispettata, è molto probabile che le novità promesse siano pronte per l'integrazione entro il prossimo anno.
Contestualmente Nginx dovrebbe essere interessato da un'opera di code analysis sempre più frequente e automatizzata, questo perché il suo emergere come soluzione diffusa l'ha ormai resa uno dei target privilegiati per potenziali attacchi da parte di utenti malintenzionati.
Via InfoWorld