AppArmor è uno di quei progetti dalla storia quantomeno bizzarra: sviluppato inizialmente da una società acquisita in seguito da Novell (Immunix), è stato tra i primi progetti a esser tagliati come conseguenza della crisi economica di quest´ultima.
A differenza del suo omologo più popolare SELinux, AppArmor non è incluso di default in Linux ma, proprio in questi giorni, uno sviluppatore finanziato da Canonical ha proposto una serie di patch che potrebbero aprirgli le porte del kernel.
Nonostante le scarse possibilità che le patch vengano accettate "in blocco", Canonical è fortemente interessata alla loro inclusione perché questo significherebbe meno lavoro aggiuntivo: Ubuntu, infatti, integra AppArmor dalla versione 7.10 e con le versioni successive il supporto ha continuato ad essere ampliato.
Attualmente AppArmor viene sviluppato da una comunità variegata, che comprende esponenti delle distribuzioni più popolari; tra queste Ubuntu (come abbiamo già detto) e openSUSE (dalla 10.1) lo hanno scelto come security framework predefinito.
John Johansen, lo sviluppatore che si sta occupando dell´integrazione in Linux, ha anche comunicato un cambio di casa per il codice di AppArmor, che ora è disponibile sia su kernel.org che su launchpad.net; precedentemente esso era ospitato su Novell Forge.