Slax è una distribuzione LiveCD derivata dalla famosa Slackware. Eredita da quest´ultima le caratteristiche di stabilità e semplicità, e ha l´obiettivo di essere modulare, veloce, piccola e portabile. Essa può essere installata sia su un CD che su una penna USB, e può essere avviata da questo dispositivo o totalmente dalla RAM, copiando automaticamente tutta l´immagine software in memoria. Slax risulta utile agli amministratori di sistema per attività di "recovery e manutenzione". Gli utenti normali possono divertirsi a creare una propria distribuzione "live linux personalizzata".
In questi giorni Tomas Matejicek, ovvero "la mente e anche le mani" dietro Slax, ha rilasciato Slax 6.2.0.
Slax 6.2.0 abilita il supporto Physical Address Extension (PAE) per la gestione di memorie RAM fino al taglio di 64GB. Questo, come ovviamente fa notare lo stesso Tomas Matejicek, significa rendere la versione 6.2.0 non più usabile sulle vecchie architetture, come quelle i486.
Una delle caratteristiche tecniche più accattivanti di Slax è il suo concetto di modularità. Per modulo si intende un qualsiasi applicativo software come un editor di testo, un browser, un gioco, un IDE. Esso altro non è che un archivio compresso, che l´utente scarica dal sito ufficiale della distribuzione e copia in una delle due cartelle /slax/modules o /slax/optional. All´avvio l´engine di Slax provvede a "decomprimere" il modulo e a "renderlo disponibile all´utente" all´interno dell´interfaccia grafica. I moduli possono essere installati e avviati anche dopo il boot usando lo Slax Module Manager.
L´innovazione di Slax rispetto alle tradizionali distribuzioni live Linux è il supporto ai file system squashfs e aufs. La distribuzione è creata utilizzando squashfs che è un filesystem totalmente compresso (comprime anche gli inode e le directory) con piena gestione delle informazioni sulle "user id", "group id" e "file creation time". Slax utilizza la variante del filesystem squashfs basata sull´algoritmo LZMA in grado di produrre archivi molto più compressi di bzip2. L´immagine della distribuzione viene montata all´avvio in modalità read only.
Il filesystem aufs viene utilizzato dopo il boot per creare su una memoria flash, quindi anche su un pennino USB, un root filesystem persistente in cui memorizzare i cambiamenti apportati a qualsiasi parte dell´immagine. In pratica l´utente grazie ad aufs può personalizzare qualsiasi parte della distribuzione, dal processo di boot all´elenco dei moduli da avviare, fino alle proprie preferenze dell´ambiente KDE.