Torniamo a parlare della conferenza Adobe tenutasi a Milano la settimana scorsa. Mentre le prima parte della conferenza è stata dedicata alle piattaforme di sviluppo Flash e AIR, la seconda, tenuta da Gary Cosimini, si è sviluppata attorno alle soluzioni del colosso in merito al digital publishing.
La sfida che Adobe intende affrontare in questo campo presenta molte similitudini con quanto avvenuto ai tempi dell'introduzione di PDF: offrire una soluzione che permetta di fruire un contenuto indipendentemente dal dispositivo utilizzato.
Proprio una delle prime slide della presentazione, infatti, riguardava le piattaforme attualmente sul mercato e le soluzioni tecniche necessarie per poterle raggiungerle; giusto per fare un esempio pratico: Adobe intende offrire un lettore specifico per iPhone e iPad (scritto in Objective-C) e una versione in AIR per tutte le altre piattaforme, siano esse desktop, mobile o media.
Questo strumento, però, sarebbe di ben poco utilizzo se Adobe non avesse presentato anche una piattaforma per la realizzazione delle pubblicazioni digitali; la soluzione che Adobe intende promuovere porta, guarda caso, il nome di Digital Publishing Suite ed eredita le funzionalità di Creative Suite e di InDesign. A queste si aggiunge tutto quello che consente di semplificare la distribuzione di una pubblicazione digitale sui principali marketplace disponibili e la gestione degli abbonamenti.
I file prodotti dalla Digital Publishing Suite possiedono l'estensione ".issue" e, come detto poco sopra, sono visualizzabili attraverso un apposito lettore, chiamato Digital Content Viewer. Stando a quanto dichiarato da Cosimini durante la conferenza, Adobe sarebbe intenzionata a rendere il formato.issue un formato aperto, proprio come PDF.
Anche grazie all'esperienza maturata nell'impiego del formato.issue per la versione iPad di Wired, Adobe è riuscita a correggere alcune limitazioni di questo formato: mentre il primo numero della versione digitale di Wired occupava bene 500 MB di spazio, i numeri più recenti ne richiedono solamente 2 MB per ogni pagina (1 MB per la versione orizzontale e altrettanti per quella verticale).
Attualmente, infatti, il Digital Content Viewer non è in grado di gestire automaticamente l'orientamento delle pagine e richiede pertanto la presenza di due versioni della stessa, una orizzontale e una verticale; Cosimini ha sottolineato che Adobe intende risolvere il problema prima della fine del 2011. Sembrerebbe un problema banale ma, stando a quanto riferito, si tratterebbe di un problema tecnico non da poco.
Anche in questa parte della conferenza non sono comunque mancati i riferimenti ad HTML5, utilizzato da Adobe per la realizzazione delle pubblicazioni del New Yorker: una combinazione di HTML5, CSS3 e Javascript (jQuery) ha infatti consentito ad Adobe di realizzare una soluzione multipiattaforma particolarmente snella.
Per chi fosse interessato, il video dell'Adobe MAX Publishing Keynote rappresenta un buon approfondimento.