Il 17 aprile 2014 è uscita l’ultima versione di quella che forse è la distribuzione Linux più diffusa al mondo: Canonical ha infatti rilasciato Ubuntu 14.04, nome in codice Trusty Tahr, che ha il pregio di rappresentare un rilascio LTS (Long Term Support). Qualità principale dei rilasci di questo tipo (tipicamente, uno ogni 24 mesi, ciascuno supportato per 5 anni) è la stabilità, dal momento che Canonical si propone di offrire un prodotto il più possibile completo ed affidabile.
Nel seguito vedremo di riassumere le principali caratteristiche di questo sistema operativo, focalizzandoci sulle principali novità introdotte in questa nuova versione. Per tutti gli interessati, segnaliamo che è possibile ottenere questa distribuzione facendo riferimento direttamente al sito ufficiale di Ubuntu.
Desktop
Rispetto al suo predecessore (di cui avevamo già parlato tempo fa), Ubuntu Trusty Tahr non rappresenta certo una rivoluzione. Si tratta, piuttosto, del prodotto di un lavoro di raffinamento che si può notare anche in alcuni dettagli del desktop, governato come al solito da Unity (rimasto alla versione 7, sebbene è possibile attivare Unity 8 in via sperimentale).
Relativamente all’interfaccia, sono stati innanzitutto riscritti alcuni CSS di Unity, e trasformati in specifiche native GTK+. Ciò rende alcuni dettagli più raffinati e curati, migliorando l’aspetto generale dell’ambiente desktop. Ma sono state anche introdotte modifiche più sostanziali, come la possibilità di visualizzare la barra dei menu in maniera integrata nelle finestre non massimizzate. Sebbene questa impostazione non sia quella attivata di default, è possibile abilitarla tra le opzioni relative all’Aspetto, nelle Impostazioni di Sistema.
Un’altra novità relativa ad Unity è la possibilità di effettuare ricerche tramite HUD anche in modalità App Spread, in modo da non dovere utilizzare il mouse per selezionare la finestra che si desidera visualizzare. Inoltre, è stato introdotto il supporto ai display HiDPI, che consente di scalare in maniere intelligente le dimensioni delle icone, dei font e delle finestre sul desktop.
Unity Control Center
Per quanto Canonical cerca sempre di considerarlo un desktop environment indipendente, è innegabile che Unity è ancora legato a GNOME. Gli sviluppatori, tuttavia, hanno effettuato numerosi fork di pacchetti derivati da GNOME, per azzerare il più possibile questa dipendenza. Con Trusty Tahr viene introdotto un altro fork, e cioè il nuovo Unity Control Center, basato sul ben noto GNOME Control Center. Non si tratta di un control center particolarmente innovativo né molto diverso da quanto già visto nelle versioni precedenti. La sua introduzione, però, si è rivelata necessaria, ed è stata dettata da una incompatibilità di Unity 7 con l’ultima versione del Control Center di GNOME 3.10.
In realtà, da un post di Robert Ancell (del team di Canonical) si evince che in futuro Unity Control Center dovrebbe essere rimpiazzato da un tool più specifico e personalizzato, magari che sia più coerente con quello già presente sulle versioni mobile di Ubuntu. E’ anche per questo che, tutto sommato, non c’è nulla oltre al nome che rende significativamente diverso il Control Center di Trusty Tahr rispetto al suo predecessore.
Applicazioni
Sulle applicazioni disponibili su Ubuntu 14.04, c’è poco da dire. I repository di questa distribuzione, infatti, sono probabilmente i più forniti, e l’accesso alle applicazioni è reso ancora più semplice dall’efficacissimo Ubuntu Software Center. Come in ogni rilascio, comunque, anche in Trusty Tahr vi sono le ultime versioni dei principali software per Linux, come Mozilla Firefox 28 o Libre Office 4.2 (insieme a tantissime altre applicazioni). Anche Nautilus (o GNOME Files, come dovremmo chiamarlo) è stato aggiornato alla versione 3.10.1.
Altre novità
Oltre a quanto già elencato, i perfezionamenti di Ubuntu 14.04 hanno influito anche sulle performance del sistema, rendendolo in alcuni casi perfettamente in grado di competere con i più diffusi sistemi Microsoft. Tutto ciò è dovuto, ovviamente e principalmente, al kernel Linux che sta alla base di questa distribuzione, e che è giunto alla versione 3.13. In realtà anche questa volta gli sviluppatori hanno opportunamente personalizzato il kernel, utilizzando (tra le altre cose) anche alcune patch provenienti dalla versione 3.14, che è ancora in via di sviluppo. Ciò consente di mantenere il sistema il più possibile compatibile con le ultime periferiche hardware disponibili, nonché in grado di sfruttare i meccanismi di ottimizzazione implementati nei processori più moderni.
Ubuntu 14.04 ha ricevuto anche molti elogi per essere un sistema operativo Linux fortemente orientato al cloud computing. In un recente post, pubblicato sul sito di Ubuntu, Trusty Tahr è definito da Mark Shuttleworth (fondatore di Canonical e di Ubuntu) come “la principale piattaforma per il cloud - pubblico, privato o ibrido”, in grado di “aumentare gli standard di efficienza e scalabilità”. Tali affermazioni sono supportate anche da una serie di testimonianze di aziende che hanno adottato Ubuntu Server per la messa a punto di infrastrutture cloud, grazie anche all’integrazione con OpenStack.
Infine, ricordiamo anche che Canonical supporta lo sviluppo di alcune delle principali derivate di Ubuntu, come Ubuntu GNOME, Kubuntu, Xubuntu e Lubuntu, che vengono incontro alle esigenze degli utenti più vari.
Conclusioni
Una distribuzione come Trusty Tahr, per il solo fatto di essere LTS, deve possedere caratteristiche fondamentali come stabilità ed affidabilità, che (come è già successo in passato) spesso limitano la creatività degli sviluppatori o impediscono l’introduzione di nuove feature. Ciò deriva dal fatto che bisogna minimizzare la possibilità di introdurre potenziali falle in un sistema che, idealmente, dovrebbe essere perfetto e impenetrabile.
Questa, in effetti, è stata proprio la direzione intrapresa da Canonical, che ha concentrato lo sviluppo più sul perfezionamento (anche dei dettagli) e la correzione, che sull’innovazione e, inevitabilmente, il rischio. Ubuntu 14.04 non è dunque molto diverso, nell’aspetto, dal suo predecessore, ma garantisce le performance e la robustezza che in genere si accostano al suo nome. Per le grosse novità c’è sempre tempo.