Il 19 novembre, perfettamente in regola con le previsioni, è stata rilasciata la versione ufficiale di OpenSUSE 13.1, dopo un lungo periodo di sviluppo che ha dotato questa distribuzione di moltissime innovazioni. Abbiamo già anticipo qualcosa qualche tempo fa in un articolo di anteprima, analizzando alcune delle novità previste per questa nuova versione, quali l'introduzione di Btrfs come file system di default, o il refacing del codice di Yast.
In questo articolo forniremo una panoramica di OpenSUSE 13.1, descrivendone le principali caratteristiche con l'aiuto di dieci immagini. Per tutti gli interessati, è possibile effettuare il download gratuito di questo sistema direttamente dal sito ufficiale del progetto.
I Desktop Environment di openSUSE 13.1
Già dalla fase di installazione, OpenSUSE 13.1 (come anche il suo predecessore) ci offre la possibilità di scegliere quale desktop environment adoperare sul nostro sistema operativo. Le opzioni che ci vengono mostrate dall'interfaccia dell'installer sono tre: KDE, GNOME o Altro.
KDE è stato aggiornato alla versione 4.11.1, e rimane sempre la scelta standard in termini di desktop su OpenSUSE. Questa nuova versione gode di maggiore stabilità rispetto alla precedente, grazie all'operato del team di sviluppo di KDE. Tra i miglioramenti introdotti in questa nuova versione, sono tra i più significativi quelli che riguardano Kwin, il gestore delle finestre, Dolphin, il file manager, e il desktop Plasma; in tutti i casi si tratta di perfezionamenti che ne migliorano l'efficienza.
Per chi non gradisce KDE, la seconda scelta è GNOME 3.10, uscito proprio a fine settembre, che conferisce a questo sistema un certo livello di innovazione, ed è prova di un lavoro non indifferente da parte degli sviluppatori di OpenSUSE. Il look rimane molto ancorato a quello classico di GNOME 3, ma ci sono molte nuove funzionalità rispetto a quanto visto in precedenza. E' stato, ad esempio, modificato il System Menu (accessibile dai pulsanti in alto a destra), che include molte funzionalità come l'attivazione/disattivazione del WiFi o della modalità aereo; inoltre, la System Tray responsiva dona al desktop maggiore usabilità, fornendo immediate informazioni sulle notifiche. Infine, molte applicazioni godono di un AppMenu, che è reso disponibile cliccando sull'icona dell'applicazione sulla barra superiore. L'AppMenu consente di accedere a funzionalità specifiche dell'applicazione in maniera facilitata e più rapida, offrendone un accesso immediato.
Per chi volesse sapere di più sulle novità introdotte da GNOME 3.10 su OpenSUSE 13.1, rimandiamo ad un interessante approfondimento del sito ufficiale di OpenSUSE.
Le alternative a GNOME e KDE non mancano. Una prima opzione consiste nello scegliere Xfce 4.10, soluzione certamente più semplice e leggera delle due precedenti, ma mai come lo è Enlightenment 0.17, già visto su OpenSUSE 12.3. Con questo nuovo rilascio, proprio E17 godrà di un nuovo tema per OpenSUSE, sfornato da Simon Lees, insieme a qualche bug fixing che ne migliora l'affidabilità.
Le applicazioni in openSUSE 13.1
La nuova versione di OpenSUSE include anche qualche novità relativa all'ambito delle applicazioni. Uno dei lavori più interessati che il team di sviluppo ha portato a termine è stato quello relativo al porting di Yast (l'equivalente del Software Center su Ubuntu), che è stato riscritto nel linguaggio Ruby. In precedenza, infatti, questo fondamentale strumento applicativo era nato e mantenuto mediante un linguaggio noto come YCP, poco noto e diffuso, in quanto utilizzato quasi soltanto per lo sviluppo di Yast. Come lo stesso Jos Poortvliet (community manager di SUSE Linux) ha dichiarato in un post su opensuse.org, molti degli sviluppatori hanno lamentato il fatto che dovere utilizzare YCP causava spesso rallentamenti nello sviluppo, ed il passaggio a Ruby si è rivelato fondamentale per l'ottimizzazione dei tempi di evoluzione di questa applicazione già nel prossimo futuro.
Per quanto riguarda le applicazioni principali presenti su OpenSUSE 13.1, non ci sono sorprese significative, se non i soliti aggiornamenti alle versioni più recenti di quanto già visto in OpenSUSE 12.3. Le novità più interessanti sono:
- Amarok, player multimediale di default, aggiornato alla versione 2.8;
- Firefox 22 e Thunderbird 17, rispettivamente browser e client per la posta elettronica predefiniti, entrambi made by Mozilla;
- Libre Office, che è stato aggiornato alla versione 4.1;
- Wine, software in grado di eseguire programmi nativi per Windows anche su Linux, che è stato aggiornato alla versione 1.7.
Infine, un'ultima novità riguarderà la documentazione di OpenSUSE, che sia avvale adesso di ActiveDoc, un portale che consente a chiunque di avere un rapido accesso a manuali, tutorial e documenti di ogni tipo relativi al mondo dei prodotti SUSE. Sarà anche possibile creare un account ed inserire nuovo materiale, che diverrà subito pubblicamente fruibile da chiunque ne abbia la necessità. Per maggiori informazioni, rimandiamo ad activedoc.opensuse.org.
Btrfs: il nuovo file system di default
Dopo averci provato già nei precedenti rilasci, il team di sviluppo è riuscito ad introdurre, come file system di default su OpenSUSE 13.1, il tanto decantato Btrfs, sviluppato da Oracle con la partecipazione di un numerosissimo gruppo di partner, che dovrebbe dotare Linux di molte nuove potenzialità. Btrfs nasce proprio per consentire ai sistemi Linux che lo adottano di rispondere in modo più efficiente alle crescenti esigenze dettate dal dovere gestire dispositivi di storage sempre più capienti. Alcune delle funzionalità utili in questa direzione, e delle quali Btrfs è dotato, sono le seguenti:
- supporto alle tecnologie RAID, per la gestione sicura dei dati mediante ridondanza;
- possibilità di creare snapshot del sistema;
- applicazione di tecniche automatiche di correzione degli errori (data scrubbing);
- possibilità di comprimere e cifrare i file, in maniera trasparente all'utente
- funzionalità di verifica dell'integrità dei dati, mediante l'utilizzo checksum.
Ovviamente, queste sono solo alcune delle interessanti funzionalità di Btrfs (che, quindi, sono ereditate anche da OpenSUSE 13.1). Per chi volesse saperne di più, suggeriamo di prendere visione della relativa pagina di Wikipedia, o per ulteriori dettagli, di consultare la Wiki ufficiale.
Altre novità di openSUSE 13.1
La nuova versione di OpenSUSE sarà un rilascio Evergreen: sarà, cioè, supportata a lungo termine, più precisamente fino a novembre 2016 (cioè per tre anni), contro i 18 mesi dei rilasci standard. Affinchè si possa pensare ad un rilascio di questo tipo, il team di sviluppo ha dovuto concentrarsi sulla robustezza e la stabilità del sistema operativo. Anche per questo motivo, si avvarrà di tutte le novità introdotte dal kernel Linux 3.11, che rappresenta l'ultima versione stabile. Tra le caratteristiche più significative di quest'ultima release, vanno citati il miglioramento del supporto proprio al file system Btrfs (ma anche ad EXT3 ed EXT4), nonchè a molte nuove perifiche, con particolare riguardo ai processori ed alle schede video AMD. Durante lo sviluppo, infine, non è mancato il solito ed ininterrotto lavoro di bug fixing.
Per concludere, vale la pena segnalare anche che su OpenSUSE 13.1 sarà possibile avvalersi delle potenzialità di OpenStack Havana, l'ultima versione del progetto di cloud computing open source di maggiore successo, che include più di 400 nuove funzionalità. Con questo strumento a disposizione, chiunque può creare il proprio private cloud, nonchè sfruttare servizi cloud pubblici e forniti da terzi. Per i dettagli, rimandiamo ancora una volta a Wikipedia, oppure al sito ufficiale del progetto.
Conclusioni
Trattandosi di un rilascio Evergreen, abbiamo già accennato al fatto che la caratteristica principale di questa nuova versione di OpenSUSE deve (ed è effettivamente) la stabilità, motivo per il quale piuttosto che concentrare lo sviluppo sull'aspetto innovativo, si è preferito offrire soluzioni che avevano già portato fortuna, lavorando sul loro perfezionamento e/o aggiornamento. E' altresì vero che operazioni come l'introduzione di Btrfs o la revisione totale di Yast assumono un valore ancora più significativo, se si pensa ad un contesto in cui bisogna dare più importanza alla robustezza delle soluzioni piuttosto che introdurne di nuove. Eccezioni di questo calibro, quindi, lasciano intendere che il team è stato molto più che certo dell'affidabilità delle novità apportate ad OpenSUSE 13.1, dal quale è quindi lecito aspettarsi un discreto successo.