Una delle più interessanti distribuzioni Linux, sia in ambito server che desktop, è Arch Linux. E probabilmente, nei prossimi anni se ne
registrerà una diffusione crescente, nonostante i problemi che, a mio avviso, la stanno rallentando. Arch Linux, infatti, ha il difetto di sembrare una
distribuzione complicata, sia da installare che da utilizzare, nonostante metta a disposizione della sua comunità molte guide complete ma,
spesso, troppo prolisse (se paragonate a molte altre distribuzioni concorrenti).
Allo scopo di risolvere questo genere di problemi, sono stati sviluppati due interessanti progetti derivati proprio da Arch Linux: Antergos e Manjaro. Si tratta di due distribuzioni in grado di offrire un’esperienza utente molto accattivante, molto
vicine alle necessità degli utenti comuni. In questo articolo presenteremo alcune delle principali caratteristiche di questi sistemi, facendo uso di
immagini e screenshot significativi, e sottolineando i vantaggi di entrambe queste soluzioni.
Arch Linux: pro e contro
Nonostante i “problemi” relativi all’usabilità di Arch Linux, DistroWatch.com pone questa distribuzione all’ottavo posto nella classifica
delle distribuzioni più ricercate. Ciò dimostra quanto le potenzialità di Arch Linux riescano a convincere comunque gli utenti a tenerla in forte
considerazione.
Una delle caratteristiche che rende questa distribuzione molto interessante è l’adesione al modello Rolling Release, secondo il quale la
distribuzione viene continuamente aggiornata, e non sono richieste installazioni successive alla prima per effettuare l’upgrade alle nuove
versioni. Questo interessante modello non è adottato, ad esempio, da Ubuntu e Fedora, e di conseguenza generalmente non è
utilizzato nemmeno nelle relative derivate. Ciò non accade con Antergos e Manjaro, che invece aderiscono a questo
modello, ereditandone i vantaggi da Arch Linux.
L’adesione al modello Rolling Release consente agli sviluppatori di Arch Linux (e derivate) di potere seguire le fasi di sviluppo dei principali desktop
environment (KDE e GNOME). Ciò permette agli utenti di poter godere di molte delle novità introdotte con le versioni più
recenti dei desktop environment, praticamente subito dopo il loro rilascio.
Perchè Antergos o Manjaro?
Prima di parlare nello specifico di queste due distribuzioni, è interessante chiedersi perché installare una derivata come Antergos o
Majaro, e non direttamente Arch Linux. La domanda sorge dal fatto che, dopo l’installazione, si ottiene un’esperienza utente che è sostanzialmente molto
simile a quella di Arch Linux. Ciò che Antergos e Manjaro offrono in più rispetto ad Arch Linux è la possibilità di utilizzare un comodo installer grafico, in grado di occuparsi di tutte le noiose necessità tipiche di un’installazione (partizionamento, gestione degli utenti,
password, eccetera).
Figura 2 – Installazione di Antergos: è disponibile anche un installer grafico (fonte: worldofgnome.org)
È bene sottolineare il fatto che, oltre che utilizzando un’interfaccia grafica, è comunque disponibile un installer basato su una CLI (Command Line Interface), che può sempre tornare utile per gestire situazioni meno “standard” del solito, o per particolari esigenze di
personalizzazione.
Oltre all’installer, Antergos e Manjaro includono diversi software preinstallati che possono essere più o meno interessanti, anche in base
alle preferenze personali di ogni utente. Entrambe le distribuzioni, inoltre, usufruiscono dei repository ufficiali di Arch Linux (AUR, Arch User Repository), ed è comunque possibile modificarli.
Antergos
La prima delle due distribuzioni di cui parleremo è Antergos, che viene fornita, di default, con il desktop di GNOME 3
(sebbene viene offerta la possibilità di utilizzare KDE, Cinnamon, MATE, Xfce, OpenBox e Razor-Qt quali desktop environment alternativi). Di fatto, si tratta di una versione abbastanza simile ad Arch
Linux, dalla quale eredita i vantaggi già accennati (i repository AUR, il modello Rolling Release, ed in generale il supporto della community di Arch
Linux).
La versione classica di Antergos (scaricabile dalla pagina di download del sito ufficiale) è dotata di GNOME Shell, ma ha lo svantaggio di non includere molte delle tipiche app di default di GNOME, che non sono preinstallate come ci si
aspetterebbe. Ciò comporta, secondo alcuni, un abbassamento del livello della user experience, dal momento che manca quell’integrazione tra le
applicazioni, su cui tanto avevano lavorato gli sviluppatori di GNOME. Tra i tanti software non presenti, peraltro, vi è anche GNOME Software.
È interessante, invece, sottolineare l’introduzione di KDE, che è avvenuta recentemente, e che sembra una valida alternativa al desktop di
default, soprattutto se si considera il vasto bacino di utenti che utilizzano questo desktop environment. La versione dotata di KDE include diverse personalizzazioni, che incidono sull’aspetto globale e riguardano anche Dolphin, il gestore delle finestre, e
l’application launcher (che è Lancelot).
Per maggiori dettagli su Antergos KDE, segnaliamo un interessante approfondimento.
Manjaro
L’altra derivata di Arch Linux che vediamo è Manjaro. Essa si propone come distribuzione desktop, con l’obiettivo di migliorare
l’usabilità e la user-experience del sistema rispetto a quanto offerto da Arch. Anche in questo caso, uno dei principali motivi di vanto è l’installer
grafico, ma anche tutta una serie di tool che consentono la gestione dei driver grafici, il supporto all’identificazione automatica dell’hardware e la possibilità di personalizzare il desktop (tramite un’apposita applicazione
chiamata Manjaro Turbulence). Proprio quest’ultimo aspetto è molto significativo, dal momento che sono supportati moltissimi desktop environment.
Dal sito ufficiale del progetto è possibile scaricare diverse versioni, sulla base del proprio desktop environment
preferito, potendo scegliere tra Xfce, OpenBox e KDE. Inoltre, è disponibile anche una versione minimale
senza desktop environment (Minal Net edition), più leggera ma anche più complicata da gestire e configurare. Inoltre, la community di
Manjaro fornisce anche il supporto a GNOME, ampliando
ulteriormente le possibilità di personalizzazione di questa distribuzione.
Per ulteriori dettagli sull’ultima versione di Manjaro, rimandiamo ad un post
pubblicato direttamente sul sito ufficiale.
Antergos VS Manjaro
Entrambe queste due distribuzioni si propongono di incrementare la facilità d’uso di Arch Linux, ed in effetti riescono nel loro intento,
in modi talvolta diversi. Sia Antergos che Manjaro, come già detto, propongono un installer grafico (insieme ad un più tradizionale
installer a riga di comando), ed entrambi offrono la possibilità di scegliere il proprio desktop environment preferito. È certamente rilevante il fatto che GNOME non è tra le opzioni predefinite su Manjaro, sebbene è comunque possibile installarlo. D’altro canto, Antergos utilizza GNOME quale
desktop enviornment di default, ma molte applicazioni non sono preinstallate (contrariamente a quanto avviene su Manjaro).
Per il resto, non c’è una gran differenza tra queste due soluzioni. Se proprio dobbiamo scegliere quale delle due è la migliore, possiamo rifarci al
consiglio di DistroWatch.com, secondo cui Manjaro è la scelta preferita dalla maggior parte degli
utenti. I motivi di questo risultato possono essere diversi, ma probabilmente ciò deriva dal fatto che esistono diverse versioni di Manjaro, distinte in base al desktop environment che utilizzano. Ognuna di esse è molto ben supportata, e consente di
spaziare dal sistema desktop più minimalista (Manjaro OpenBox Edition) a quello più accattivante (Manjaro KDE Editon).
Antergos, invece, è pensata principalmente per sfruttare GNOME, sebbene supporti anche diverse alternative.