Il 9 dicembre scorso è stata rilasciata Fedora 21, ultima versione della distribuzione Linux sponsorizzata da Red Hat. La nuova edizione di questo sistema operativo vede diverse novità relative all'organizzazione del processo di sviluppo: non viene più rilasciata un'unica versione, bensì tre diversi prodotti, ognuno dei quali rappresenta una fetta dell'utenza di Fedora: Workstation, Cloud e Server.
In questo articolo ci serviremo di 10 immagini significative per riassumere le caratteristiche principali di questo sistema operativo. Chiunque volesse scaricarlo e provarlo può ottenere i file immagine .iso direttamente dal sito ufficiale del progetto.
Download ed installazione
La prima differenza rispetto alle precedenti edizioni di Fedora la si può notare già dal sito ufficiale, che in corrispondenza del nuovo rilascio ha subìto una radicale opera di ristrutturazione. Già nella prima pagina veniamo accolti da tre pulsanti, ognuno dei quali rappresenta uno dei tre prodotti principali che contriddistingueranno questo ed i prossimi rilasci di Fedora: Workstation, Server e Cloud
Una volta scaricata la versione di Fedora che più si addice alle nostre esigenze, non resta che avviarla ed iniziare l'installazione. L'installer Anaconda è una vecchia conoscenza, ed il design è pressocchè simile a quello già visto nelle versioni precedenti (eccezion fatta per qualche tocco di colore in più). Sebbene a qualche utente piaccia meno di altri software del genere, in linea di massima Anaconda risulta di facile utilizzo. Ciò è importante per gli utenti che si avvicinano per la prima volta al mondo di Linux, ma questa aumentata usabilità riduce (almeno apparentemente) le possibilità di personalizzazione, che qualche utente esperto potrebbe preferire.
Ad ogni modo, l'avanzamento dell'installazione richiederà qualche minuto; alla fine del processo saremo finalmente pronti ad utilizzare Fedora 21.
Fedora Workstation
Il primo dei tre prodotti che vedremo è quello dedicato principalmente alla sfera degli utenti desktop, cioè Fedora Workstation. Alla base di questa versione vi è GNOME 3.14, ormai da anni l'opzione prediletta da questa distribuzione. Ma sebbene questa possa sembrare una novità di poco rilievo, "sotto il cofano" ce n'è un'altra molto più significativa, ovvero l'introduzione di Wayland quale display server. In realtà in questo rilascio sarà possibile soltanto provarlo (non è abilitato di default), ma si tratta comunque di uno dei primi esempi in cui il ben più noto e tradizionale X.org viene rimpiazzato da un suo succedaneo.
Fedora Workstation rappresenta però un cambio di prospettiva, dimostrato dal team di sviluppo nella scelta dei software inclusi in questa distribuzione. La maggior parte degli utenti desktop di questo sistema operativo, infatti, si compone per lo più di sviluppatori (che di fatto rappresentano la maggior parte degli utenti Linux in generale). Con questo primo prodotto, Fedora è in grado di offrire strumenti adatti agli studenti di informatica o ai programmatori, che facilitino la configurazione rapida dell’ambiente di sviluppo e dei software da utilizzare. A tal proposito, uno dei nuovi strumenti introdotti è DevAssistant, tramite il quale è possibile selezionare il linguaggio di programmazione da utilizzare per il proprio progetto, e su questa base configurare in maniera semplice e rapida l'ambiente di sviluppo.
Applicazioni
Il numero di applicazioni disponibili su Fedora è vasto come sempre. Tra i software presenti su Fedora Workstation, vale la pena citare Firefox, LibreOffice, Evolution, Shotwell, Empathy e Transmission. A questi vanno aggiunte, ovviamente, tutte le applicazioni incluse tra i repository ufficiali della distribuzione, che sono tra i più aggiornati e ricchi su Linux.
Fedora Cloud
La grande tendenza di questi anni, che ha spinto la maggior parte dei sistemi operativi Linux (e non solo) verso l'adozione ed il supporto di servizi cloud, si è tradotta in uno dei tre prodotti principali di questo rilascio, ovvero Fedora Cloud. Questa versione consente, infatti, di eseguire immagini precompilate su ambienti cloud privati come OpenStack, o pubblici come gli Amazon Web Services. Fedora Cloud include inoltre un programma speciale chiamato Project Atomic, che consente di creare facilmente container Docker.
È interessante notare come su Fedora Cloud la gestione dei pacchetti del kernel sia ottimizzata. Dal momento che non c’è motivo di includere tutti i driver per l’hardware che sul cloud non è presente, il kernel è suddiviso in un package che contiene i soli moduli indispensabili al funzionamento in un ambiente virtuale, ed in un secondo che include un set molto più ampio, per un’installazione più generica. In questo modo le dimensioni dell'immagine di Fedora Cloud sono ridotte del 10% rispetto a Fedora 20, rendendo più rapido e agevole il deployment.
Fedora Server
Per coloro che vogliono creare un web server, magari per testare web application e web service, Fedora Server è certamente la soluzione migliore. Questa versione di Fedora 21 è quella che consente di soddisfare le specifiche esigenze di un server privato o di grandi dimensioni, non necessariamente orientato ai servizi web. Tra i tool inclusi in questa versione vi è Rolekit, che consente di gestire il deployment per uno specifico server, Cockpit, che fornisce un’interfaccia web-based per la gestione ed il monitoraggio del server, ed OpenLMI.
Fedora Spin
Finora abbiamo visto tre prodotti distinti, ed ognuno di essi può essere pensato come una delle tante Spin di Fedora che, nonostante la riorganizzazione in tre edizioni principali, continuano ad esistere, soddisfacendo le esigenze specifiche degli utenti. La più significativa è probabilmente Fedora KDE, basata appunto su KDE Plasma Desktop, che fornisce un'interfaccia accattivante e si propone come validissima alternativa a GNOME.
Ma l'adozione di KDE è solo una delle tante possibilità che le spin di Fedora offrono. Dall'apposita sezione del sito ufficiale è infatti possibile scegliere:
- Xfce o LXDE, due spin che si basano su desktop environment più leggeri, e quindi adatte a computer meno performanti;
- Security, che include una vasta gamma di software per le analisi di sicurezza;
- Electronic-Lab, Scientific-Lab e Robotis, tutte orientate al supporto software per ambiti scientifici più o meno specifici;
- MATE-Compiz, che adotta il desktop environment MATE insieme a Compiz, offrendo di fatto un'ulteriore e valida alternativa a GNOME e KDE;
- SoaS, destinata a scopi educativi;
- Games e Jam-KDE, principalmente dedicate all'intrattenimento, che includono rispettivamente software per il gaming, e per la produzione e l'editing musicale.
Kernel
Fedora 21 si basa sul kernel Linux 3.17, che tra le altre cose comprende anche il supporto alle architetture ARM a 64 bit. Come sempre, l’aggiornamento della versione del kernel aumenta anche la compatibilità con i dispositivi e le tecnologie hardware più recenti.
Conclusioni
Fedora 21 segna una tappa importante nel processo di sviluppo di questa distribuzione. La suddivisione di ogni rilascio in tre prodotti distinti è molto più pratica, e probabilmente è frutto di un'attenta analisi delle esigenze degli utenti.
Da molto tempo i rilasci di Fedora introducono diverse novità, molte delle quali sono spesso innovative rispetto a quanto fanno i principali competitor. Wayland, ad esempio, è la dimostrazione di come il team di sviluppo si muova verso le nuove frontiere delle tecnologie per i sistemi Linux, sebbene la sua introduzione sia ancora in fase di prova.
Più in generale, Fedora 21 mantiene le sue caratteristiche di sempre: una soluzione duttile, che si adatta alle varie esigenze, pur rimanendo amichevole per gli utenti alle prime armi.