È appena stata rilasciata da Red Hat la nuova Fedora 19, questa volta senza ritardi considerevoli come era successo per l’uscita della versione precedente. Il nome in codice sarà Schrödinger’s Cat, e abbiamo già presentato alcune delle funzionalità e novità più interessanti di questo sistema operativo in un’anteprima di qualche settimana fa.
Vediamo adesso di riassumere tutte le caratteristiche di maggiore interesse di Fedora 19, sfruttando dieci immagini che le rappresentino. Chiunque volesse scaricare questo sistema operativo, per provarlo o installarlo, non dovrà far altro che ottenere l’immagine .iso opportuna dal sito ufficiale del progetto, ed utilizzarla.
Installazione di Fedora 19
Procedendo in ordine, la prima cosa con cui ci si imbatte durante l’installazione di Fedora 19 è, ovviamente, l’installer Anaconda, che dopo le innovazioni proposte con Fedora 18, che ne hanno trasformato l’interfaccia, subisce ancora qualche ritocco. Poichè lo stile di base dell’interfaccia è, di fatto, invariato, si è trattato sostanzialmente di un lavoro di integrazione di alcune nuove idee e suggerimenti, frutto delle proposte della comunità open source e dei seguaci di questo progetto. Alcune delle nuove funzionalità sono la possibilità di selezionare più dischi, alcune ottimizzazioni relative alla gestione dei thread in Anaconda, e perfezionamenti che riguardano alcuni comportamenti dovuti all’utilizzo di GTK+ per le interfaccie grafiche. Per chi volesse saperne di più, segnaliamo l’apposita pagina della wiki ufficiale.
Ancora una volta, Anaconda consente di selezionare già in fase di installazione uno tra molti possibili desktop environment. Sebbene quello principale (nonchè la scelta di default) sia GNOME 3.8, l’immagine seguente mostra le diverse possibilità offerte da Fedora 19, ed evidenzia anche la possibiltà di selezionare quali plug-in si vogliono includere nell’installazione.
Fedora 19: il desktop
Dopo il completamento dell’installazione, Fedora 19 si presenterà con una veste che dipende molto dal desktop environment che si è selezionato. La scelta di default (e quindi, di fatto, quella consigliata dal team di sviluppo di Fedora) è GNOME 3.8, la cui veste grafica non allontana molto Schrödinger’s Cat dal suo predecessore (che utilizzava GNOME 3.6). Le novità riguardano sostanzialmente alcune nuove applicazioni per GNOME Shell, nuovi pannelli per gestire le ricerche, le impostazioni sulla privacy, ed altro ancora. Una delle caratteristiche più interessanti, però, è la possibilità di utilizzare la modalità “classica” (classic mode) di GNOME, che consente agli utenti (tramite appositi plug-in di GNOME Shell) di ottenere un’interfaccia molto simile a quella di GNOME 2, dotando di fatto Fedora 19 di un’ulteriore possibilità per la gestione del desktop. Ulteriori informazioni sulle caratteristiche di GNOME 3.8 possono essere reperite sul sito ufficiale di questo desktop environment.
GNOME non è, tuttavia, l’unica possibilità di cui possono godere gli utenti di Fedora. Come abbiamo visto parlando della fase di installazione con Anaconda, Fedora 19 propone agli utenti un grande numero di alternative. Le principali novità di questo ambito sono le nuove versioni di KDE Plasma Workspaces 4.10 e MATE 1.6, ma è anche possibile utilizzare Cinnamon, LXDE, Xfce e Sugar.
Sviluppo e creatività
Molte delle principali novità introdotte con Fedora 19 riguardano la sfera degli sviluppatori. Con la nuova versione, infatti, sarà introdotto il supporto a Node.js, framework Javascript che consente l’utilizzo di quest’ultimo linguaggio di programmazione anche lato server, e consente di utilizzare questa tecnologia sia per lo sviluppo che per la fruizione di software che ne sfruttano le potenzialità. Per quel che riguarda il DBMS predefinito, Fedora 19 ha scelto MariaDB piuttosto che MySQL, segnando una vera e propria svolta che potrebbe rivelarsi molto pesante per Oracle. Infine, oltre ad una serie di aggiornamenti apporti ad alcuni linguaggi di programmazione (PHP 5.5, Ruby 2.0.0), va segnalata la possibilità di utilizzare un interessante tool, denominato Developer’s Assistant, in grado di facilitare notevolemente la creazione, gestione e modifica dei progetti di sviluppo, supportando una grande varietà di linguaggi di programmazione.
Un’interessante novità, che riguarda più la sfera della creatività che quella della programmazione, è l’introduzione di una serie di software per il supporto alla stampa 3D, che sta prendendo sempre più piede negli ultimi anni, trovando applicazioni negli ambiti più disparati. I software disponibili tra i repository di Fedora 19 consentono la modifica e la creazione di modelli tridimensionali memorizzabili in opportuni formati di file, nonchè la possibilità di stamparli. Alcuni software che svolgono queste funzioni sono OpenSCAD, Skeinforge, Cura, Printrun, RepSnapper e RepetierHost.
Altre applicazioni in Fedora 19
Ovviamente, Fedora 19 gode di molte altre applicazioni, che possono essere utilizzate per ogni genere di esigenza. LibreOffice, Firefox, GIMP e molte altre continuano ad essere presenti, preinstallate o, al più, disponibili nei repository ufficiali. Sebbene non ci siano novità significative da segnalare a riguardo, è bene considerare che questo genere di applicazioni sono state complici della fortuna e della diffusione di questo sistema operativo, motivo per il quale lo sviluppo si è concentrato più su altre sfere di interesse.
Sistema
Un altro ambito molto attenzionato dal team di sviluppo durante la messa a punto di Fedora 19 è quello che riguarda più da vicino i sistemisti. Per essi, infatti, sono stati introdotti una serie non indifferente di tool che agevolano le operazioni di manutenzione e diagnosi, come alcuni perfezionamenti del processo di boot, tool per il logging ed il monitoraggio, nonchè alcuni strumenti di recupero degli errori.
Una delle novità più significative riguarda l’alleggerimento di systemd, il gestore di tutti i servizi del sistema, che consente sia la messa in atto di alcune operazioni in maniera più rapida, sia un miglioramento dei tempi di avvio (dal momento che è il primo demone ad essere lanciato dal sistema). Altri perfezionamenti sono stati introdotti in firewalld, la cui usabilità e le cui potenzialità saranno incrementate anche da una più agevole possibilità di configurazione. Infine, per quanto riguarda la virtualizzazione, sono presenti diverse innovazioni, una delle quali è la Virt Storage Migration, che garantisce l’effettuazione di un processo di trasferimento di un dispositivo di memorizzazione virtuale da un dispositivo di memorizzazione fisico ad un altro, senza la necessità di utilizzare un ulteriore dispositivo di memorizzazione fisico condiviso.
Per quel che riguarda il cuore vero e proprio del sistema, Fedora 19 viene rilasciato con un kernel Linux 3.9, opportunamente ricompilato, che dota questo sistema di tutte le compatibilità hardware ed architetturali che include.
Fedora 19: spin ufficiali (e non)
Come al solito, Fedora fornisce ai suoi utenti anche una vasta gamma di spin alterative, e cioè tutta una serie di versioni di Fedora che godono di pacchetti software pensati apposta per soddisfare specifiche esigenze. Si va dalle spin pensate semplicemente per soddisfare necessità legate al desktop environment (è il caso di spin come LXDE, Mate-compiz ed XFCE), a quelle decisamente più mirate, che hanno lo scopo di essere già pronte per l’utilizzo in determinati ambiti. In quest’ultimo caso, alcuni tra gli esempi più significativi sono Security Spin, Robotics Spin, Design Suite Spin, Sugar on a Stick e tante altre.
Per concludere, non ci resta che citare un’ultima interessante possibilità offerta da Fedora 19, che potremmo considerare come una sorta di “spin non ufficiale”: si tratta dell’idea che uno sviluppatore di nome Rob Clark ha pensato di mettere in atto, installando Fedora 19 su Nexus 4. Clark ha infatti sviluppato un’installer che consente di utilizzare questa versione (ancora in fase molto sperimentale) di Fedora su un dispositivo mobile. Sebbene non si tratti di un rilascio ufficiale, e comunque ancora in fase primordiale, non sono da escludere possibili sviluppi interessanti.
Conclusioni
In definitiva, Fedora 19 si presenta agli utenti desktop come un sistema che riprende molte delle caratteristiche del suo predecessore, curando più i perfezionamenti che le novità di grande rilievo. La vera innovazione di questo sistema va ricercata, piuttosto, in tutte le sfere d’interesse che riguardano utenti più esperti, che fanno spesso di Linux il loro pane quotidiano. Come abbiamo visto, infatti, le novità più rilevanti riguardano le maggiori possibilità di gestione, manutenzione e controllo del sistema operativo, nonchè alcune scelte più vicine agli sviluppatori (che non sono mai state tralasciate negli ultimi rilasci di Fedora).